«Il meglio deve ancora venire»
Le parole di speranza rivolte dal vescovo alle Figlie di Nostra Signora della Neve all’apertura del Capitolo generale
TORTONA – Un incontro carico di profondità spirituale e profetica ispirazione si è tenuto lunedì scor- so presso la Curia vescovile di Tortona tra Mons. Guido Marini e le Figlie di Nostra Signora della Neve, riunite in apertura del loro Capitolo Generale, al termine di un intenso tempo di esercizi spirituali. Nel suo discorso, Mons. Marini ha tracciato un percorso esigente ma ricco di speranza, chiamando le religiose a entrare nel Capitolo “con un cuore davvero purificato e puro”, libere da interessi personali, in ascolto dello Spirito e “con il desiderio autentico del bene della congregazione”. Non si tratta soltanto di una purificazione morale, ma di una libertà interiore che nasce dall’essere riunite nel nome di Gesù, nella carità e nella comunione. Un incoraggiamento audace a lasciarsi alle spalle ciò che è ormai sterile, per affrontare il cambiamento con speranza ed entusiasmo, libere da quelle forme di vita consacrata che non favoriscono più la piena fioritura dell’umanità e della femminilità. Il vescovo ha esortato a riscoprire il primato di Dio come fonte di vera gioia e libertà, tornando all’essenziale della vita cristiana: la preghiera, l’Eucaristia, l’ascolto della Parola e una comunione profonda e sincera. «Il meglio deve ancora venire. Questo è l’atteggiamento cristiano. Questo è l’atteggiamento di una persona consacrata». Con queste parole, Mons. Marini ha voluto infondere alle sorelle fiducia e audacia nell’affrontare un tempo di cambiamento profondo nella vita consacrata. Un tempo che, se vissuto con discernimento spirituale e coraggio, può essere il grembo di una nuova nascita. «La vita consacrata – ha detto – come l’abbiamo conosciuta fino a oggi sta tramontando, deve nascere qualcosa di nuovo». A suggellare il senso di questo passaggio, il vescovo ha evocato il quadro di Vincent Van Gogh I primi passi, nel quale si vede una bambina che si stacca dalla madre per muovere i primi incerti passi verso il padre, che l’attende con le braccia spalancate. «È un’immagine straordinaria del cammino di ciascuno di noi. – ha commentato Mons. Marini – Il Signore non è dietro, ma davanti. Ci attende con le braccia aperte, pron- te ad accoglierci». Questo è il cuore della visione proposta dal vescovo: un futuro non da temere, ma da desiderare, da costruire insieme nella fiducia che “il Signore è buono, è buono veramente. Non vuole altro che farvi fiorire, rendere sempre più bella la vita della vostra congregazione”. Tra i temi centrali dell’intervento, l’appello alla comunione profonda come condizione perché lo Spirito possa agire: «La comunione vissuta cordialmente è la terra sulla quale la grazia di Dio può davvero fecondare la realtà della nostra congregazione». L’invito è ad abbando- nare divisioni, resistenze, paure e a vivere relazioni fondate su un «amore affettivo ed effettivo». Ugualmente forte è stato il richiamo a una rilettura coraggiosa dei consigli evangelici, non nella loro sostanza, ma nelle forme che talvolta oggi rischiano di oscurare la bellezza della femminilità consacrata. Il vescovo Guido ha concluso con un’esortazione accorata: «Vogliatevi bene, Aiutatevi le une e le altre. Guardatevi con occhi a cuore e cercate il bene». Solo in questo clima di affetto reciproco potrà germogliare il nuovo, il meglio che «deve ancora venire!».
Suor Roberta Cucca