“Eccomi”: la nostra risposta al progetto di Dio

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Abbiamo allegato a questo numero del settimanale la Lettera pastorale 2019/2020 del vescovo, intitolata “Maria, la serva del Signore”. E abbiamo chiesto al Vicario Episcopale per l’attuazione del Progetto Pastorale di commentarla per noi

Per comprendere e collocare nella vita delle nostre Comunità questa nuova Lettera pastorale occorre conoscere e tener ben presenti le Lettere precedenti.

Di fronte a questo incipit la mia maestra elementare mi avrebbe subito chiesto: «Ma è farina del tuo sacco?», giusto per verificare se non l’avessi copiato. E, oggi come allora, avrei risposto: «Non è farina del mio sacco» bensì sono le parole che Mons. Vescovo ha utilizzato nel presentare il testo al gruppo dei vicari.

Pensando di fare cosa gradita ai lettori, tento un’estrema sintesi delle Lettere precedenti per poi presentare quella che ora avete tra le mani. Fin dalla prima il vescovo Vittorio ha iniziato a parlare e a proporci una nuova “unità dell’agire pastorale”. Consapevole del numero decrescente dei sacerdoti diocesani (sempre meno e sempre più anziani) e della necessità di un reale coinvolgimento dei laici, ci ha condotto a riflettere, in questi anni, sulla centralità della Comunione (a partire dall’Eucaristica!) e della Comunità (espressione di una nuova pastorale d’insieme), per arrivare a mettere mano a un comune e condiviso Progetto che parla di nuove Comunità pastorali con la presenza di laici autenticamente corresponsabili.

Su questo Progetto si innesta la nuova Lettera pastorale che il vescovo ci presenta in tre capitoli più una conclusione.

Sperando di non stravolgere il pensiero e il senso di Mons. Vittorio, azzardo una presentazione capovolta!

Nel terzo capitolo siamo invitati a riflettere sull’attuale crisi vocazionale al ministero ordinato. Partendo da alcune parole di Papa Francesco, il vescovo ci sprona non tanto a comprendere le complesse problematiche che ci hanno portato a questa penuria di vocazioni quanto piuttosto a non fermarci alla sterile lamentazione che da tempo ha assunto in molti il tono della rassegnazione. Sulle vocazioni al ministero ordinato non si può pensare di “andare in deroga” convinti che sia un capitolo riservato solo al Signore che chiama, al Papa, al vescovo o a qualche ufficio di Curia: tutta la comunità deve sentirsi coinvolta.

Il secondo capitolo ci riporta nel cuore del Progetto. Non si vuole aggiungere nuove finalità pastorali ma, nel ribadire i punti di non ritorno (cfr. Lettera pastorale Progetto 20182019 al numero 25) Mons. Vescovo ci invita a lavorare ancora più convintamente sui tre obiettivi già fissati lo scorso anno: una riorganizzazione del territorio della Diocesi in Comunità pastorali, una reale e fattiva corresponsabilità tra laici e presbiteri e infine l’individuazione di uno o più referenti di comunità in quelle parrocchie dove non vi è più un presbitero o un diacono residente.

Le parole del vescovo ci illustrano il cammino fatto fino ad oggi per procedere nella realizzazione degli obiettivi e ci ricorda che, come passaggio necessario (e certamente impegnativo!), ad una riorganizzazione della Diocesi in Comunità pastorali dovrà seguire necessariamente una ridistribuzione del clero. Per questo passaggio occorrerà la corresponsabilità di tutti.

Nella mia presentazione capovolta siamo giunti al primo capitolo. In esso troviamo trascritto e approfondito l’intervento che Mons. vescovo ha consegnato alla Diocesi il 27 settembre 2019 in cattedrale durante l’apertura del nuovo anno pastorale.

Così come fatto per le precedenti Lettere pastorali, anche quest’ultima si apre con la lectio di un’icona biblica. Il vescovo ci pone, attraverso il vangelo di Luca (1, 2638), di fronte a Maria nel momento grande e decisivo dell’Annunciazione.

I capitoli che vi ho poco sopra brevemente illustrato come gli obiettivi delle Lettere pastorali degli scorsi anni attendono il nostro personale “Eccomi”… il più possibile simile a quello di Maria. “Nell’obbedienza d’amore”, “nel saper ascoltare”, nel “Rallégrati”, nel “Non temere”, “nell’Eccomi” di Maria dobbiamo riscoprire “il modello esemplare della nostra risposta a Dio e a ogni suo progetto: si tratta di una consegna libera, fiduciosa, incondizionata con la quale siamo chiamati a rispondere alla nostra vocazione ecclesiale” (cfr. Mons. Vittorio Viola, Lettera pastorale 2019/2020, Maria, la serva del Signore, pag. 2).

Non aggiungo altro. Vi lascio la sorpresa di gustare la lettura e di meditare la profondità bella di questo primo capitolo.

A me ha fatto bene. Sono parole che fanno bene!

Buona lettura… sperando che sia terapeutica, benefica e incoraggiante anche per tutti voi!

Marco Daniele
Vicario Episcopale per l’attuazione del Progetto Pastorale

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