Beata Maddalena della Passione
Di Daniela Catalano
Riprendiamo il nostro appuntamento settimanale presentando la beata Maria Maddalena della Passione, fondatrice della Suore Compassioniste Serve di Maria, che la Chiesa ricorda il 5 settembre. Costanza Anna Maria Starace nasce a Castellammare di Stabia il 5 settembre 1845, prima di sei figli. Da ragazza frequenta il collegio gestito dalle Figlie della Carità e decide di consacrarsi al Signore, ma per problemi di salute, prosegue gli studi a casa. Quando sta meglio, esprime il desiderio di entrare in clausura. I genitori si oppongono, ma le consentono di accedere al Terzo Ordine dei Servi di Maria. L’8 giugno 1867 Costanza fa la professione e prende il nome di suor Maria Maddalena della Passione. Il vescovo le affida la direzione delle Figlie di Maria e le chiede di insegnare la fede alle bambine della città. Nel 1867 il colera provoca la morte di ben 164 persone a Castellamare, lasciando molti orfani. Suor Maria Maddalena per aiutare la gioventù, fonda con alcune compagne l’istituto delle Compassioniste Serve di Maria che vede l’erezione canonica il 27 maggio 1871 e che dal 10 novembre 1893 è aggregato ai Padri Serviti. Grande è l’amore della suora per Gesù Crocifisso e per la Madonna Addolorata. Il rosario è il suo compagno durante le giornate e spesso afferma: «La volontà di Dio è l’unico obiettivo della mia vita» e anche: «La volontà di Dio è il mio paradiso». Il 20 marzo 1885 la beata inizia a provare i dolori della Passione e riceve le stimmate. Intanto il suo istituto si diffonde in Puglia e Campania. Suor Maddalena si dedica fino alla morte alla formazione spirituale delle sue figlie e alle attività di apostolato e di assistenza della congregazione. L’8 dicembre 1921 si sente male e rimane per 4 giorni a letto. Muore il 13 dicembre 1921, a 76 anni, nella casa religiosa aperta a Scanzano, frazione di Castellamare, dove sorge il santuario del Sacro Cuore e dove ora riposa la sua salma. Benedetto XVI ha autorizzato la beatificazione che è stata presieduta il 15 aprile 2007 dal card. Josè Martins Sarajva.
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