Attenzione al carrello della spesa

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Di Cesare Raviolo

Il ritorno dalle ferie – per chi le ha fatte – ha riservato una sgradita sorpresa: i prezzi dei beni del cosiddetto “carrello della spesa” (prodotti alimentari, per l’igiene della persona e della casa) hanno registrato una brusca accelerazione, passando dal 3,2% di luglio al 3,5% di agosto. In crescita anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto (dal 2,3 al 2,4%). Dinamiche sostenute hanno caratterizzato su base annua i listini degli alimentari e delle bevande analcoliche cresciuti del 4,2%, i prezzi dei voli (+23,5%) e dei traghetti (+7,8%). Per Assoutenti, l’aumento dei prezzi degli alimentari comporterà, a parità di consumi, un maggior esborso di 6,8 miliardi di euro all’anno, pari a 368 euro a famiglia. L’aumento dei prezzi ha già provocato un calo dell’indice di fiducia delle famiglie, sceso, ad agosto, a 96,2 dal 97,2 di luglio. La minor fiducia rischia di compromettere la dinamica dei consumi; ad essi, stante l’andamento non brillante di investimenti ed esportazioni nette, è demandato il compito di sostenere la crescita dell’economia, con esiti non assicurati. Oltre alla grande incertezza che caratterizza attualmente l’economia mondiale, preoccupa l’andamento della domanda interna che, ad agosto, al netto delle scorte, ha fornito un contribuito positivo di 0,2 punti percentuali al contenimento della diminuzione del Pil. Stazionari i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (Isp) e la spesa delle Amministrazioni Pubbliche (Ap); positivo per 0,2 punti il risultato degli investimenti fissi lordi. Positiva anche la variazione delle scorte (+0,4%), a fronte di un esito negativo di 0,7 punti percentuali della domanda estera netta, che ha risentito dell’aumento dell’import (+0,4%) e, soprattutto, del calo dell’export (-1,7%). Quella dei prezzi non è stata l’unica cattiva notizia economica di agosto. Secondo i dati definitivi Istat, infatti, nel secondo trimestre del 2025, il Pil (Prodotto Interno Lordo) ha registrato una flessione congiunturale dello 0,1% e un incremento tendenziale dello 0,4%. La crescita acquisita nel 2025, cioè la crescita che si avrebbe se il Pil rimanesse stazionario fino a dicembre, rimane pari allo 0,5%. La flessione del Pil, che rappresenta un’inversione di tendenza rispetto ai primi tre mesi dell’anno, quando aumentò dello 0,3%, potrebbe rappresentare il punto di svolta e l’inizio di una fase di contrazione dell’economia. Il campanello d’allarme sta suonando: dietro ai numeri ci sono i volti e le storie di tante persone il cui “carrello della spesa” è sempre più vuoto.

raviolocesare [at] gmail.com

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