Senza telefono da chi copio?

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Di Silvia Malaspina

Cari studenti, siete ai blocchi di partenza per un nuovo anno scolastico, durante il quale dovrete rassegnarvi a straziante addio, durante l’orario di lezione, a quello che è ormai diventato la propaggine naturale della vostra mano: il telefono cellulare. Infatti, con la Circolare n. 3392 del 16 giugno 2025, il Ministro della Pubblica Istruzione ha esteso alle scuole secondarie di secondo grado la norma che per gli altri livelli scolastici era in vigore dal 2024. Il Ministro ha fornito ulteriori precisazioni durante un’intervista a RaiNews: «Il divieto verrà lasciato all’autonomia delle scuole. Quando si entra in classe si mette via il cellulare e lo si riprende quando si esce da scuola», sottolineando inoltre che la Circolare è finalizzata alla tutela del benessere degli studenti e al miglioramento dei processi di apprendimento. Tutto giusto, cari studenti, non vi pare? Ciò che lascia perplessi è comprendere come i singoli istituti potranno organizzarsi: i professori della prima ora ritireranno i cellulari in un cassetto sottochiave, mentre i colleghi dell’ultima ora li restituiranno ai legittimi proprietari? Verrà forse istituita un’apposita figura, tipo il custode dei cellulari? Anche la ricreazione sarà smartphone free? E che dire del problema dei libri di testo in formato digitale, adottati da anni in molte scuole: come farete a seguire le lezioni? Forse il Ministero potrà dotarvi di notebook? Sarebbe invece stato interessante, cari studenti, che i gruppi di psicologi e pedagogisti che hanno lavorato dietro le quinte alla stesura della Circolare, avessero pensato di organizzare corsi di consapevolezza all’uso dello smartphone, che, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca, mi pare fossero più utili di un generico e aggirabile divieto. Se l’intento è, tra gli altri, evitare che durante le verifiche voi studenti scopiazziate beatamente da Chat Gpt e da altre diavolerie, temo sarà un buco nell’acqua: Mahmood cantava «Cinque cellulari nella tuta gold»: ciascuno di voi (e di noi) ha in casa almeno il doppio del numero di telefoni che usa abitualmen- te: sarà un attimo consegnarne uno al Cerbero di turno e tenersene un altro in tasca per le emergenze! Certo è che, se proseguirete, in barba alla normativa, a ricorrere all’aiutino del cellulare, almeno non correrete il rischio di replicare le epiche gesta di uno studente del mio liceo, che, al tempo in cui eravamo analogici, copiò la versione di greco dalla ragazza più brava della classe… compresi il nome e il cognome!

silviamalaspina [at] libero.it

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