Gli Italiani risparmiano ancora

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Di Cesare Raviolo

Gli Italiani – si sa – sono sempre stati tra i primi nella classifica dei popoli più “risparmiosi”. Bankitalia e Istat confermano questo dato anche per il 2024: il risparmio privato è stato di 2.211 miliardi di euro, pari a 37.525 euro pro capite, di cui 1.131 costituiti da depositi bancari e 1.079 investiti in titoli e fondi. La propensione al risparmio è in crescita; rispetto al 2022 gli investimenti sono aumentati del 39,8%. Il fenomeno si presta a una doppia interpretazione: potrebbe essere indice dell’aumento della ricchezza nazionale, ma anche di maggiori preoccupazioni per il futuro. Considerato che, nel 2024, il Prodotto Interno Lordo è cresciuto solo dello 0,7%, la seconda ipotesi sembra meglio corrispondere alla realtà. Al riguardo tornano utili le risultanze della recente indagine, condotta da Banca Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, secondo la quale il 58% degli Italiani risparmia (record degli ultimi 20 anni). Di questi, il 38% risparmia intenzionalmente in vista di precisi obiettivi che intende raggiungere (acquisto dell’abitazione, sostegno a figli e nipoti, costituzione di un capitale per la vecchiaia). Il 36%, invece, risparmia per far fronte a imprevisti futuri. Tra questi ultimi sono numerosi gli appartenenti alla silver age (risparmiatori tra i 60 e gli 85 anni di età) consci della limitatezza delle risorse pubbliche destinate a pensioni e sanità. Il mattone continua a essere la forma di risparmio preferita. L’80% degli intervistati ha dichiarato di essere proprietario dell’abitazione in cui vive. Notevoli anche gli investimenti in obbligazioni possedute da un quinto degli intervistati, mentre restano marginali quelli in azioni. Nonostante le preoccupazioni per il futuro, meno di un quarto del campione ha sottoscritto un contratto di pensione integrativa (o complementare), così come, specie tra i giovani, restano poco diffuse le polizze long term care (assistenza di lungo periodo). Gli elevati livelli di risparmio non salvaguardano le famiglie italiane dall’indebitarsi. Secondo il Barometro Crif, che ana- lizza mensilmente i dati creditizi di fonte Eurisc, nel primo semestre 2025, è cresciuto (+8,1%) l’importo medio dei prestiti richiesti dalle famiglie che è stato di 10.057 euro, mentre è rimasta stabile sui livelli del corrispondente periodo 2024 la domanda di finanziamenti. Nel complesso andamento del risparmio e del debito privati rientrano nel clima incerto e contraddittorio che, da qualche anno, caratterizza l’economia italiana.

raviolocesare [at] gmail.com

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