S. Sebastiano Curone saluta le suore della congregazione di san Luigi Orione
Dopo 108 anni di presenza la comunità lascia il paese. La Messa di ringraziamento celebrata da don Paolo Padrini
SAN SEBASTIANO C. – Sabato 12 luglio la Casa di Riposo “San Giuseppe” ha ringraziato il Signore per il bene donato dalle Piccole Suore Missionarie della Ca- rità dell’Opera Don Orione nei 108 anni di presenza, prima nella cura dei bambini e poi in quella degli anziani. Ora, per la diminuzione del numero delle religiose, la congregazione ha deciso il ritiro della comunità, pur mantenendo la continuità nella gestione della struttura e la vicinanza agli ospiti, ai familiari e al personale laico. Il saluto di benvenuto da parte di suor Maria Anselma Scanu, vicaria provinciale, ha aperto il pomeriggio e ha introdotto al clima di preghiera. La Santa Messa, animata dal coro, è stata presieduta da don Paolo Padrini, segretario episcopale e parroco della Cattedrale di Tortona, insieme all’orionino don Vincenzo Marchetti, assistente spirituale del- la Casa, alla presenza di don Michele Pappadà, parroco di San Sebastiano Curone. Era presente anche Madre Mabel Spagnuolo, superiora provinciale con il consiglio e diverse suore provenienti dalle vicine comunità orionine. Don Paolo, pur constatando la scelta del cammino delle suore, ha saputo mettere in risalto la gioia di aver ricevuto tanto bene e ha invitato a guardare a Dio e al suo grande amore misericordioso di Padre provvidente per i suoi figli. Dopo la lettura del passo del Vangelo del giorno che proponeva la parabola del buon samaritano, nell’omelia don Padrini ha esaltato la misericordia e la compassione cristiana da condividere verso il prossimo, chiunque esso sia. Il sacerdote ha evidenziato che in questo brano c’è una parola importante che viene ripetuta diverse volte: “il prossimo” e ha fatto riflettere su chi sia il nostro prossimo. Ha poi citato una frase che lo aveva fatto sorridere e che diceva: “Io amo il prossimo, non tu! Amo il prossimo!” Quasi a dire: amo chi viene dopo di te, il prossimo che arriva, oltre la tua persona che sei davanti a me. Questo sembra essere un terribile rischio presente oggi. Amare chi viene dopo, significa cominciare domani, ma ci sarà sempre un domani, senza impegnarsi qui, ora. Se fosse così, l’amare il prossimo, quello che viene dopo di te, resterebbe sola pura illusione, “giustificati” dal fatto che si ha sempre qualcosa da fare prima, “qualcosa” sempre più importante prima di “qualcuno” che agli occhi di Dio è già unico, degno di attenzione, di rispetto, di cura, perché figlio suo. Il dottore della legge dichiara di essere sempre a posto, ma se ci fosse un confronto con l’amore misericordioso di Gesù come si può dire di essere a posto? Bisogna essere prossimo a chi si incontra. L’amare è della prossimità non della distanza. Don Paolo ha concluso invitando a riflettere che la persona non deve mai essere un fardello ma essere un fratello. Al termine della Messa suor Maria Grazia Scaramuzza, superiora del- la comunità, suor Maria Armida Cabras e suor Maria Lidia Ciobanu si sono rivolte alla Madonna con una preghiera per tutti offrendole un omaggio floreale. Daniela Pavese, direttrice della RSA, ha rivolto il suo saluto ai presenti e ringraziato le suore per l’aiuto ricevuto, sottolineando il del vuoto che lasciano agli ospiti e al personale e manifestando l’impegno a continuare per il bene di tutti. Anche il sindaco Vincenzo Caprile a nome di tutti gli abitanti di San Sebastiano Curone ha rivolto parole di gratitudine e di affetto alle suore e alla congrega- zione, ripercorrendo la storia della loro presenza e del bene seminato. L’evento è terminato con un ricco buffet che ha dato la possibilità di condividere ancora momenti di amicizia fraterna.
Suor Maria Gabriella Lisco