A maggio uniti in preghiera per invocare la pace
L’Azione Cattolica diocesana proporrà le intenzioni per la chiusura del mese mariano
TORTONA – Nel 2014, nella conferenza stampa tenuta durante il ritorno dal viaggio apostolico in Corea del Sud, Papa Francesco utilizzò per la prima volta la locuzione “guerra mondiale a pezzi” fotografando così un quadro globale fatto di violenza, distruzione e sofferenza. Da allora la situazione non ha fatto altro che peggiorare: la “guerra mondiale a pezzi” si è ulteriormente allargata estendendosi a tutti i continenti e oggi diverse fonti, a iniziare dalle Nazioni Unite, “contabilizzano” non meno di 50 conflitti in corso in varie zone del pianeta. Una sorta di risiko impazzito oppure qualcosa che nasconde una regia precisa? «Purtroppo oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi. Terribile, guadagnare con la morte. Chiediamo la pace, che vada avanti la pace», così diceva Papa Francesco nel corso dell’udienza dell’1 maggio 2024. Una considerazione amara ma che ci pone di fronte a un interrogativo cruciale: quella pace che il Papa, unico leader mondiale, ha instancabilmente chiesto è veramente un obiettivo lontano, forse irraggiungibile, un miraggio? E quale contributo posso dare io, singolo cittadino e singolo credente? Proprio quella frase del Papa ci dice chiaramente che la guerra non è frutto del caso ma il risultato di orientamenti politici, economici e sociali che non hanno come obiettivo lo sviluppo organico della comunità umana ma uno sviluppo parziale, individuale, finalizzato all’affermazione del proprio potere. Così come non può essere una soluzione una mera corsa al riarmo alimentata sulla base del principio “si vis pacem para bellum”. È fondamentale quindi per noi cittadini incarnare un atteggiamento di corresponsabilità nella cura della casa comune e il nostro primo impegno deve essere il pieno sostegno a coloro che orientano il proprio agire sulla base della ricerca del dialogo a tutti i costi nel nome di una solidarietà globale che si pone l’obiettivo di rendere il nostro mondo più inclusivo e sostenibile. Il cristiano, però, è anche persona di fede e per un credente la preghiera è il primo passo per realizzare un cambiamento: è quel momento di incontro con Dio e di affidamento a Lui dal quale è possibile trarre, fra i vari benefici, la forza e il coraggio necessari per affrontare ogni situazione. Stiamo vivendo il Giubileo della Speranza e «la speranza cristiana è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi. Anche la nostra risurrezione non è una cosa che potrà avvenire oppure no, ma è una realtà certa, in quanto radicata nell’evento della risurrezione di Cristo» (Papa Francesco, Udienza gene- rale 1 febbraio 2017). Se crediamo a questo nulla ci può essere precluso e nessun obiettivo può apparire irraggiungibile. In linea con quanto proposto lo scorso anno l’Azione Cattolica invita la comunità diocesana a considerare la pace nelle proprie intenzioni di preghiera per il mese mariano e a tale scopo ragazzi, giovani e adulti prepareranno specifiche meditazioni per le celebrazioni previste per la fine di maggio.
Paolo Zani
Presidente diocesano A.C.