«Preghiamo di più e stiamo più uniti al nostro pastore»

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La Messa del cardinale Angelo Bagnasco a Stradella per la festa dei santi patroni Nabore e Felice

STRADELLA – «Attenzione alla tirannia odierna del relativismo sociale. I santi martiri Nabore e Felice ci insegnano ad andare contro corrente, scoprendo il bene che c’è nelle persone»: il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, ha celebrato domenica scorsa, a Stradella, la Messa solenne in onore dei santi patroni Nabore e Felice. «Un faro nella dottrina della nostra fede per me, per molti confratelli e fedeli» – lo ha definito, nel saluto iniziale, l’arciprete don Gianluca Vernetti: «Siamo qui, noi sacerdoti, io e don Daniele, con l’aiuto dei nostri collaboratori, a voler testimoniare ancora oggi di essere forza di fede in questa comunità, pur sapendo come sia faticoso testimoniarla, proclamarla e viverla. – ha aggiunto – Questo giorno di festa ci aiuti a proseguire nel nostro cammino». Presenti il sindaco Gianpiero Bellinzona e la Giunta, il presidente della Provincia Giovanni Palli, il consigliere regionale Claudio Mangiarotti, il consigliere provinciale Dino Di Michele, il comandante della compagnia Carabinieri di Stradella Cosimo De Falco, la polizia stradale di Stradella, i rappresentanti delle associazioni. «Anche noi oggi siamo perseguitati come questi santi martiri, in forme diverse, dalla tirannia del relativismo morale. – ha detto nell’omelia il cardinal Bagnasco – Per cui, attenzione all’opinione generale, alla cultura diffusa che viene diffusa violentemente, tanto più in modo suadente e con ogni modo e con ogni mezzo, e di cui le prime vittime sono i giovani». Che fare allora? «Questi grandi santi ci insegnano a riconoscere che da soli non ce la faremo mai, – ha aggiunto – ci invitano a reagire, ad andare controcorrente, scoprendo quanto bene, quanto eroismo, che vuol dire santità, c’è oggi nella vita delle persone, nelle famiglie, nella società, nella vita della Chiesa». E ha concluso: «Chiediamo a loro che continuino a proteggere questa bella comunità, ecclesiale e sociale. Ma preghiamo di più, e stiamo sempre più uniti al nostro pastore e ai nostri sacerdoti con l’affetto che voi conoscete, con ogni forma di rispettosa collaborazione e con il grande desiderio che tutti possano incontrare Gesù, non per fare, come si dice qualche volta, uno sterile proselitismo, ma per condividere la gioia che è Cristo». Al termine della Messa, sul sagrato della chiesa, il cardinale ha impartito la benedizione alla città con la reliquia dei santi patroni. Lunedì mattina, invece, l’arciprete di Varzi, don Francesco Favaretto, ha celebrato la Messa in suffragio dei defunti della parrocchia.

Oliviero Maggi

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