Mons. Guido Marini per la prima volta a Ghiaie
Ha celebrato la Messa nella frazione di Corana, accolto dal parroco e dal sindaco
GHIAIE DI CORANA – Domenica scorsa il vescovo ha visitato per la prima volta la piccola comunità della frazione Ghiaie di Corana e ha celebrato la Santa Messa nella chiesa parrocchiale di san Gregorio taumaturgo, dove è stato accolto calorosamente dal parroco don Cesare De Paoli e dal sindaco Vittorio Balduzzi. Don Cesare ha ringraziato Mons. Guido Marini per la sua presenza nella parrocchia che dal marzo scorso è passata dal Vicariato Padano a quello di Casteggio, entrando a far parte della Comunità pastorale che comprende Lungavilla, Cervesina, Pizzale, Porana e Verretto, dopo essere stata guidata dal precedente parroco don Maurizio Ceriani. La parola è passata, poi, al primo cittadino che ha espresso la gratitudine della “gente di Po” al pastore diocesano e ha donato al vescovo un libro dedicato al paese. A sua volta Mons. Marini ha salutato con affetto il sacerdote, il sindaco e il diacono Giovanni Ottoboni e ha ricordato don Ceriani che si è occupato in questi anni della chiesa. Nell’omelia, poi, il vescovo ha messo in evidenza due aspetti importanti per il cammino nel tempo di Avvento. Il primo, in riferimento alla ridotta dimensione numerica della comunità, è il fatto che la vera grandezza non risiede nel numero ma nella fede e nella volontà di seguire il Signore, richiamando così l’esempio di Maria, umile creatura divenuta Madre del Salvatore. Perché Dio, infatti, si serve sempre dei più piccoli per realizzare le sue grandi opere e per loro ha uno sguardo di particolare predilezione. Per il secondo, ispirato dall’importanza delle luci nel periodo natalizio, che sono simbolo di gioia e di festa e aiutano a ricordare la venuta del Signore, il vescovo ha citato una frase di una preghiera scritta da Giovanni Papini nel suo libro La storia di Cristo: “Abbiamo bisogno di te”. «Questa espressione – ha detto – è il grido del cuore di fronte all’enigma della morte, al dramma del male e del peccato e alla tristezza di una vita che, senza di Lui, si ritrova smarrita come in un labirinto». Prima della benedizione, poi, ha chiamato accanto a sé Alessandro, un piccolo chierichetto, per abbracciarlo come segno dell’abbraccio che il Signore ha voluto dare alla piccola ma tanto amata Ghiaie.

