“Missionari di Speranza” uniti nella preghiera

Visualizzazioni: 16

La Diocesi a Stradella per la Veglia missionaria presieduta da Mons. Guido Marini

STRADELLA – La parrocchia dei santi Nabore e Felice a Stradella ha accolto nella serata di venerdì 17 la veglia missionaria dio- cesana. La Diocesi si è raccolta con il vescovo Mons. Guido Marini per la preghiera del Rosario. All’inizio suor Patrizia Gestro, a nome di tutto l’Ufficio Missionario diocesano che dirige e della Commissione missionaria diocesana, ha espresso gratitudine al vescovo, al parroco e a tutte le numerose persone presenti. Il punto di partenza della riflessione del vescovo è stata una netta contrapposizione tra una Chiesa missionaria e una Chiesa “statica”. Riprendendo un’immagine cara a Papa Francesco, Mons. Marini ha affermato che «la radice della missionarietà risiede in una fede viva». È questa fede che impedisce alla Chiesa di rimanere ferma e la spinge a «percorrere le vie del mondo». Questo principio, è soprattutto una chiamata personale. La missione, dunque, è la naturale conseguenza di una fede autentica e vibrante, ravvivata costantemente dallo Spirito Santo. Se la fede è il motore, il vescovo ha identificato con chiarezza qual è il “”contenuto” essenziale della missione: una persona, un nome, un volto. «Il contenuto della missione è Lui: Gesù, il Salvatore». Si tratta quindi di far «incontrare il Cristo risorto, l’amore che salva la vita dell’uomo». È questa certezza, ha spiegato, che «spinge il cristiano a non rimanere statico, a condividere con tutti il dono più grande, più inestimabile, il tesoro vero». Infine, ha definito lo stile del missionario attraverso tre parole chiave che delineano il “mo- do” dell’annuncio: «gioia, perché la missione è un dono e non un peso»; «fretta, perché l’urgenza nasce dalla carità di rispondere allo smarrimento presente in tanti cuori»; e «coraggio, perché la consapevolezza di portare il dono più prezioso infonde la forza di superare ogni timore per raggiungere tutti, anche coloro che sono più distanti». Queste parole hanno trovato un’eco potente e concreto nella testimonianza offerta da Emilio Gallopin, bronese e collaboratore della parrocchia locale che ha raccontato il suo incontro con l’Africa. Durante un viaggio missionario in Congo, ha spiegato, ha deciso di aiutare una ragazza malata di tubercolosi ossea. Tornato in Italia, è riuscito a farla operare con successo. Ha anche accolto la giovane nella sua casa per la convalescenza che, rientrata nel suo Paese, si è poi laureata nel 2021 in Scienze politiche e relazioni internazionali. Gallopin ha visto in questa relazione la prova concreta della Provvidenza divina, che agisce attraverso la bontà e la disponibilità umana. Al termine della veglia, Mons. Marini ha consegnato a ogni partecipante un sacchetto di semi. Il significato è stato chiaro: un impegno concreto a «diffondere nella vita di tutti i giorni semi di speranza, amore, carità, riconciliazione e pace». Anche il vescovo nel suo saluto finale ha voluto ringraziare i sacerdoti don Gian Luca Vernetti e don Daniele Lottari, il vicario foraneo don Luciano Chie- sa, il diacono Angelo Meraldi, i seminaristi, le religiose e la corale diretta da Ernesto Ammirata che ha animato la preghiera e che, insieme, hanno dato testimonianza della vitalità della Chiesa locale.

Suor Roberta Cucca

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *