L’Azione Cattolica coltiva l’amicizia dei cristiani nella fede e nella società

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Domenica scorsa l’Assemblea diocesana a Tortona con il presidente nazionale Giuseppe Notarstefano e il saluto di Mons. Guido Marini

TORTONA – Domenica scorsa l’Azione Cattolica della Diocesi si è riunita per l’assemblea diocesana che ha avuto come ospite il presidente nazionale Giuseppe Notarstefano. La giornata è iniziata con la Mes- sa in cattedrale concelebrata dall’assistente diocesano don Cristiano Orezzi e dal parroco don Claudio Baldi nella solennità di Cristo Re. Poi, nella parrocchia di San Matteo, Notarstefano ha preso la parola ringraziando il presidente Paolo Zani e tutta l’A.C. diocesana per l’impegno locale e nazionale e per l’invito ricevuto. Nella sua interessante relazione, il presidente nazionale ha fornito importanti spunti ai numerosi aderenti presenti giunti da tutta la Diocesi, tra cui alcuni presidenti diocesani emeriti, sottolineando innanzitutto il desiderio dell’associazione di «essere strumento per attraversare questo tempo con uno spirito credente e aperto alla speranza». Il presidente si è soffermato in particolare sulle linee operative associative che intendono mettere al centro la comunione nel solco di uno stile sinodale che la Chiesa chiama ad attuare. Il discorso si è concentrato sulla necessità di puntare alla comunione in un’epoca definita individualizzata e frammentata e alla cura delle relazioni. L’A.C. sta vivendo un tempo di rinascita, soprattutto dopo la pandemia, e anche di crescita e ha una forte identità associativa all’interno della Chiesa che proprio nel Sinodo ha messo al centro l’ascolto e l’accoglienza. Come ha evidenziato Notarstefano, negli orientamenti triennali dell’associazione, è emerso un atteggiamento di apertura alla speranza e all’unitarietà con l’attenzione rivolta alla promozione e alla formazione e con la volontà di far crescere il senso di amicizia e fraternità, accettando sempre le diversità e accogliendo gli altri con cura. Inoltre, ricordando l’anniversario dei cento anni dalla nascita di Vittorio Bachelet, il presidente nazionale ha posto l’accento sulla sua figura di uomo mite, generoso e competente, un vero profeta del suo tempo, fautore della nascita dell’ACR. Notarstefano ha, infine, ricordato l’importanza dell’associazione nella formazione di cittadini responsabili e nel recuperare una sana dialettica democratica per lavorare per il bene comune in nome della fede. A questo proposito ha citato esempi illustri di aderenti all’A.c. come Pier Giorgio Frassati, da poco santo, e Gino Pistoni, un giovane partigiano che morì per salvare un nemico. Nel pomeriggio, dopo il pranzo condiviso in amicizia e offerto dalle cucine di Casa “Sacro Cuore” e del “Santachiara”, l’assistente don Orezzi ha aperto i lavori assembleari soffermandosi sulla bellezza di ritrovarsi insieme per programmare il cammino. Roberta Angeleri ha poi introdotto i lavori di gruppo che si sono concentrati sulle mete raggiunte e su quelle da raggiungere nel percorso del triennio associativo. Al termine, l’assemblea ha accolto il vescovo Mons. Guido Marini che ha salutato con affetto Notarstefano e i tutti i presenti ringraziandoli per il compito che l’Azione Cattolica svolge in Diocesi e nella Chiesa. Ricordando la solennità di Cristo Re e citando la preghiera di Colletta del giorno, il vescovo ha sottolineato che “ricapitolare tutte le cose in Cristo” è il disegno di Dio sulla storia, sull’umanità, sulla nostra vita personale e si rendere comprensibile attraverso cinque dimensioni della vita di fede – personale, ecclesiale, missionario, secolare ed escatologico – che si adattano in modo sorprendentemente vero alla realtà dell’Azione cattolica e si ritrovano tutte nella vita di Piergiorgio Frassati, a lui molto caro. «La dimensione personale – ha detto – fa riferimento a una adesione nostra al Signore Gesù che non dobbiamo dare mai per scontata. Proprio Piergiorgio scriveva che l’adesione a Cristo non mortifica mai, ma dilata ed esalta». Il santo ha aderito a Cristo in modo appassionato nelle adorazioni notturne, nella preghiera prolungata, nell’amore per l’Eucaristia, nell’incontro con la Parola e nella Riconciliazione. Per quanto riguarda la dimensione ecclesiale, il vescovo ha sottolineato che san Frassati ha vissuto con la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa tutta la sua vita nelle diverse stagioni e nella sua grande devozione alla Madonna, immagine essa stessa della Chiesa come testimoniano i suoi pellegrinaggi mariani, soprattutto a Oropa. La dimensione missionaria del santo si ritrova nella sua carità, sperimentata nella vicinanza ai poveri e nell’annuncio. La dimensione secolare ossia l’essere immersi nel mondo presente per Piergiorgio si è tradotta nel vivere la complessa realtà della famiglia portandovi Gesù e animando le relazioni non sempre facili con l’originalità della fede. E anche nell’amicizia, dove ha portato la sua appartenenza al Signore e nella dimensione politica, con un tratto distintivo e unico nel suo impegno per il bene comune. Frassati, ha aggiunto il vescovo, non ha mai vissuto a compartimenti stagni, ma in modo totalizzante le realtà secolari, portando in esse la fede. Infine la dimensione escatologica con la visione finale della vita, sintetizzata da Piergiorgio nella frase: “Il più bel giorno della mia vita sarà il giorno della mia morte”. Le cinque dimensioni che hanno caratterizzato la vita del santo, devono costituire un elemento qualificante e distintivo anche per l’Azione Cattolica che identifica sé stessa con la vita e la missione della Chiesa, con la quale ha un legame unico che non va smarrito. «L’Azione Cattolica – ha concluso il vescovo – fa suo il volto della Chiesa nel sentire, nel vivere, nell’essere presenti, nel mettersi al servizio e, talvolta, nel nascondersi, affinché la propria esistenza sia la ragione e l’esistenza della Chiesa stessa».

Daniela Catalano

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