«Lasciatevi fare prigionieri di Gesù»

Visualizzazioni: 15

Sabato scorso in cattedrale le prime professioni di 5 novizi cappuccini

TORTONA – Sabato 6 settembre, in cattedrale, si sono svolte le prime professioni dei consigli evangelici di cinque giovani formandi cappuccini del Noviziato interprovinciale di Tortona. A presiedere la solenne celebrazione il vescovo Mons. Guido Marini, che per il secondo anno consecutivo si è detto contento di condividere coi frati Cappuccini questo momento di gioia. Le parole del Pastore diocesano e dei 5 neo professi sono state concordi nel sottolineare la familiarità e naturalezza che si è creata nella celebrazione tra la comunità ecclesiale tortonese, nella persona del vescovo, e la fraternità formativa cappuccina, in particolare dei novizi. L’intera celebrazione, infatti, pur conservando solennità e raccoglimento, è stata permeata di momenti di commozione e familiare intimità, complici i molteplici momenti vissuti durante l’anno, da parte dei novizi, di incontro col vescovo e col clero diocesano, con le istituzioni caritative in città e coi molti fedeli che hanno avuto modo di affezionarsi a essi e accompagnare nella preghiera il loro cammino. Erano presenti numerosi fra- ti accorsi da diverse province, comprese la Croazia e l’Ungheria da cui provengono due dei neo professi. Nell’omelia Mons. Marini ha esortato i cinque giovani a lasciarsi fare “prigionieri di Gesù”, legati da catene d’amore, ribadendolo all’inizio e al termine, come a porre in questa dolce prigione tutta la loro esistenza da consacrati. Questa esistenza, ha spiegato il vescovo, ha tre vie sicure che la condu- cono: la prima è quella della volontà di Dio che conosciamo attraverso l’obbedienza; la seconda è quella della pienezza dell’amore che passa attraverso il dono della castità, capacità piena dell’amore che ci viene donata da Dio; la terza è quella della povertà, che non è privazione di cose buone, ma di tutto ciò che ci ostacola nel nostro rapporto con Dio, che impedisce la pienezza della vita in noi. L’abbraccio paterno di Mons. Marini ai neo professi è stato poi il segno più bello dell’accoglienza da parte di Cristo e della Chiesa di questi giovani, chiamati a essere testimoni e missionari, cui ha fatto seguito l’abbraccio fraterno dei confratelli come segno di accoglienza nell’Ordine. È bello, nella chiesa diocesana e locale, celebrare la vita, la gioia, la comunione: laddove troppo spesso la divisione e il pessimismo dominano la visione del fu- turo, dà tanta speranza vedere ancora dei giovani conquistati da Cristo a un ideale di vita fraterna evangelica, capaci di comunione e dialogo con tutte le realtà che li circondano. Dopotutto «da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». (Gv 13,35) Impegniamoci a pregare per sante vocazioni alla vita sacerdotale, religiosa e matrimoniale.

Fr. Filippo Betzu

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *