La verità dietro l’umorismo

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di Maria Pia e Gianni Mussini

San Thomas More, il martire che si oppose allo Scisma anglicano, in una preghiera chiede a Dio il dono dell’umorismo. Saper sorridere alleggerisce senza dubbio i pesi di ogni esistenza; ma l’umorismo è anche uno strumento di conoscenza, coglie ciò che sta dietro l’apparenza delle cose. Pensate a certe battute di Woody Allen («La psicanalisi è un mito inventato dall’industria dei divani») o del suo cugino britannico Oscar Wilde («Non bisogna lavare in pubblico i panni… puliti»), che rivelano verità che sfuggono ai più. Secondo la tesi dell’americano Peter L. Berger, l’umorismo è addirittura il linguaggio di Dio: leggere per credere il suo Homo ridens (il Mulino, 1999), zeppo di esempi spassosi, tratti in particolare dalla tradizione ebraica. Di solito sono i reietti della storia a elaborare questa potente arma di difesa e consolazione… Gianni ha nelle sue corde un tratto burlesco coltivato sin dall’infanzia sul filo di giochi di parole e calembour: del resto, in una famiglia numerosa come la sua, se non sei così vieni massacrato. E probabilmente è piaciuto proprio per questo a Maria Pia, abituata a una riservatezza oscura da figlia unica ed eppure tutt’altro che priva di senso dello humor (altrimenti come farebbe a capire il marito spesso anticipandone, come fa, le battute?). Di Gianni sono famosi gli scherzi telefonici. Una volta, sapendo che un’amica doveva tenere una conferenza con il professor Taldeitali, le telefonò imitando perfettamente la R arrotata del professore e lasciandola cuocere a fuoco lento per una decina di minuti, prima di rivelarsi. Due giorni dopo, il vero professore la chiamò per concordare i modi della conferenza… Ma poi certe cose si pagano. Un’altra volta, in occasione del festival “Cantiamo la vita” (di cui Gianni è l’organizzatore), telefonò a casa Mussini niente meno che Gianni Morandi, idolo dell’adolescenza di Maria Pia. Fu proprio lei a rispondere, pensando subito a uno scherzo del marito: incerta sul da farsi, non seppe che biascicare qualche parola (per poi rimpiangere l’occasione perduta per il resto dei suoi anni). Si era nei giorni del concerto bolognese per Papa Wojtyla e i suoi 100.000 giovani. Con lo stesso Morandi, c’erano tra gli altri Dalla, Bocelli e niente meno che Bob Dylan. Pochi minuti dopo la chiamata di Morandi, ecco squillare di nuovo il telefono. Si precipita Lorenza, sette anni: «Vado io, potrebbe essere Bob Dylan!». Sempre per il festival Gianni chiamò una volta Neri Marcoré, non disponibile però per la data prevista. Gianni non si arrese: «Ne sarebbe contentissima mia moglie, che quando in TV c’è Marcoré non se ne perde un minuto». Lusingato, Neri si profuse in ringraziamenti, subito troncati da Gianni: «Non si monti la testa: a mia moglie piacciono i cretini». Battuta autoironica che fece scompisciare il gran comico, cosa di cui Gianni si vanta ancora oggi.

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