La “cosificazione” dell’altro

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di MARIA PIA E GIANNI MUSSINI

In un tweet di qualche tempo fa (prima dei noti efferati fatti di cronaca), il politico Carlo Calenda ha parlato della sequela di «violenze, stupri, omicidi per futili motivi che coinvolgono ragazzi come vittime e come carnefici», aggiungendo che c’è qualcosa di “storto” nel modo in cui tanti di loro sono cresciuti, in una libertà illimitata che non prevede divieti. Calenda non esita a pigliarsela con i social e con la dilagante pornografia che stravolge la sessualità trasformandola in abuso. Il laico Calenda, con parole che noi credenti troppo spesso ci vergogniamo di dire, denuncia «l’assenza, per la prima volta nella storia, di un chiaro riferimento morale». Siamo più o meno all’assioma del cristiano Dostoevskij, secondo cui se Dio non esiste tutto è possibile. È vero: a furia di gridare che è vietato vietare, perché sorprendersi del diffuso vandalismo, della mancanza di rispetto per il prossimo, persino degli stupri praticati contro chi limita ogni minimo desiderio altrui, in un mondo in cui Io conta più di Dio? Discorsi complessi, che dovrebbero indurre alla cautela chi crede di avere in tasca la ricetta del maschio colpevole per effetto di una cultura patriarcale… In realtà, come notava di recente il professor Cacciari, il problema di tanti giovani è semmai nell’assenza di modelli maschili di riferimento, di padri degni di questo nome. Naturalmente per noi due è pacifica la parità tra i sessi dinanzi alla legge; non però la loro identità: qualche tempo fa Papa Francesco mise in guardia dall’“utopia del neutro” esaltando la “differenza benedetta” tra maschio e femmina sancita dalla Genesi. E si veda ora la sua ribadita condanna della “teoria del gender” nel discorso al Corpo diplomatico dell’8 gennaio. Basterebbe riconoscere questa differenza, per disarmare la mano di tanti maschi che intendono i rapporti con le donne in termini di proprietà… Tale dinamica proprietaria non è dissimile da quella che spinge a usare le prostitute come fossero cose, non persone create a immagine e somiglianza di Dio. Dieci anni fa siamo stati in Thailandia per riportare a casa la nostra terza figlia incidentata. Nell’isola di Samui, dove abbiamo alloggiato, siamo rimasti sbalorditi dalle ragazze e anche dai travestiti che si offrivano a ogni cantone. Addirittura c’era una grande piazza dove la sera queste persone venivano esibite come animali in fiera. E intorno mediatori del nostro mondo, cellulare in mano, a organizzare gli incontri. E anche tra i “consumatori” gli occidentali a far la parte del leone, anzi del porco. Ha detto bene il Papa l’altro giorno nella catechesi del mercoledì, dedicata proprio al vizio capitale della lussuria, intendendolo – alla stregua della pornografia – come una vera “cosificazione dell’altro” che non c’entra nulla con il sacrosanto piacere sessuale, invece espressione di una piena e bella relazione coniugale.

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