La celebrazione in onore della Madonna di Lujan
Domenica scorsa nel Tempio della Fraternità a Cella di Varzi per i 55 anni della statua
VARZI – Nel pomeriggio di domenica 19 ottobre nel Tempio della Fraternità a Cella di Varzi, il parroco don Francesco Favaretto ha celebrato la Messa solenne insieme a don David, sacerdote orionino, originario di Buenos Aires e a don Beniamino Riccardi, padre missionario che per 38 anni ha prestato il suo servizio nella regione argentina di Santiago del Estero, in occasione del 55° anniversario dell’arrivo di una copia della statua di Nostra Signora di Luján, accolta dal fondatore del Tempio, don Adamo Accosa, e portata in Italia dai coniugi Tornaghi, emigrati in Argentina. Nella primavera del 1970 i coniugi, originari della Brianza, decisero di fare un viaggio in Italia e di portare con sé il simulacro della Vergine di Lujan. Dopo varie vicessitudini, conobbero don Accosa che fu felice di accogliere la statua. E da 55 anni la Madonna è pregata da quanti visitano la chiesa. Alla celebrazione erano presenti le autorità civili e militari, una rappresentanza della CRI e i molti argentini abitanti nella valle e nei dintorni. La preghiera è stata accompagnata dalla “Schola Cantorum” di Varzi. Durante l’omelia, don Francesco ha raccontato la storia della migra- zione della statua della Madonna, che è invocata come patrona dell’Argentina e di tut- ta l’America Latina e protegge anche gli emigranti che affrontano molti disagi per ricostruirsi una vita e sentirsi nuovamente a casa. Prima della benedizione finale, la piccola statua è stata incensata e alla Madonna è stata affidata tutta la comunità. Al termine, nel salone parrocchiale “Don Luigi Bernini” le famiglie di Cella hanno offerto un ricco rinfresco. Il santuario della Madonna di Luján si trova nel cuore della pampa argentina, a circa 70 chilometri da Buenos Aires, ed è uno dei luoghi di culto più venerati del Sud America. Piccola nelle dimensioni, ma immensa nel significato, la statua è rivestita di una tunica bianca, simbolo di purezza. A coprirle le spalle, un manto azzurro disseminato di stel- le, che ricorda l’azzurro della bandiera del- l’Argentina. Le mani sono giunte in preghiera, all’altezza del petto, in un gesto silenzioso e potente che invita alla fiducia, alla contemplazione, alla pace. Ai suoi piedi una falce di luna, quasi a sorreggerla e simbolo della sua gloria.
Matteo Garabello

