Eterna ragazza… come noi

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Di Silvia Malaspina

Cara la mia Julia Roberts, il tuo approdo in Laguna per la 82^ edizione della Mostra del Cinema è stato tanto atteso quan- to sensazionale. Appena sbarcata a Venezia hai catalizzato l’attenzione anche grazie alla scelta di un outfit inusuale ma di grande impatto: un cardigan con impresso il volto del regista Luca Guadagnino, che ti ha diretta nel film presentato alla kermsse, After the Hunt, per poi calcare il red carpet con un meraviglioso abito lungo blu navy, griffato Versace, che è già leggenda. Eppure, cara Julia, in un contesto in cui l’apparire è tutto, la tua presenza ha sbaragliato le altre star, soprattutto per quell’aura di naturale e non riproducibile incanto che ti porti appresso dai tempi del tuo debutto in Mystic pizza, film che fece sognare noi pressappoco tue coetanee, che tentavamo di imitarti infilando camicie oversize in improbabili jeans a vita alta e cotonandoci improponibili acconciature, senza raggiungere nemmeno un grammo del tuo fascino. Da allora la tua storia cinematografica è nota: Cenerentola imperfetta, ma dal cuore d’oro, nell’evergreen Pretty woman, che a ogni passaggio televisivo (più di 30) macina ascolti quanto la Nazionale di calcio, per proseguire con la madre single che, abbarbicata sul tacco 12, sfida un colosso industriale a difesa dell’ambiente in Erin Brockovich, ruolo ruvido e complesso che ti valse l’Oscar. Da lì è stato un crescendo di grandi interpretazioni che ti hanno consacrato star mondiale ma, cara Julia, come ha scritto la giornalista Chiara Moscardelli, il personaggio che ti è stato più congeniale e ti ha rivestito di quello splendore che, intatto, ci ha abbagliato anche a Venezia, è quello di Anna Scott in Notting Hill. Era il 1999 e tu, interpretando un’attrice hollywoodiana che si inna- mora di un libraio inglese – un Hugh Grant in stato di grazia –, pronunciasti una frase lapidaria: «Sono solo una ragazza, in piedi davanti a un ragazzo, che gli sta chiedendo di amarla». Questa è la tua essenza: sei una stupenda ragazza di 57 anni che brilla senza artificio, senza ricorso a filler e levigature epidermiche, che ha detto addio al fisico esile e spigoloso della gioventù per abbracciare quello più morbido della maturità, dimostrandoci che il vero successo è restare fedeli a se stessi, anche quando i modelli che prevalgono vanno in direzione opposta. Cara Julia, continueremo ad ammirarti: il tuo illuminante sorriso ci dimostra che è possibile invecchiare con grazia, amare le nostre imperfezioni e, magari, qualche volta, brillare un po’… in fondo anche noi, come te, siamo rimaste ragazze!

silviamalaspina [at] libero.it

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