Dalla parte della Storia

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Di Ennio Chiodi

L’importante è schierarsi. Più che stare da una parte, stare contro un’altra, anche in occasione di passaggi e momenti cruciali, forse davvero storici, cui ci capita di assistere, consapevoli – di questi tempi – che tutto ci riguarda e nessun mondo è lontano. Stare da una parte della storia invece che stare “dalla parte della storia”. La storia, vissuta dal nostro osservatorio nazionale, è apparsa sfuocata perché “intravista” da postazioni ideologiche e preconcette che fanno dell’Italia un osservatorio lontano e poco strategico. Dopo la tragedia cui abbiamo assistito in questi ultimi due anni, dall’infamia degli attacchi terroristici e antiebraici del 7 ottobre del 2023, ai bombardamenti incondizionati su una popolazione prigioniera del proprio stato, abbiamo colto, in ansia, la sensazione che tutto ciò stesse per terminare, sempre più rincuorati per le concrete iniziative sbocciate negli accordi di pace appena siglati, anche se ancora da verificare nei fatti e sul terreno. Conforta l’immagine della presidente del Consiglio italiano, unica donna fra i potenti che hanno consacrato Donald Trump come protagonista indiscusso di quegli accordi comunque fondamentali. Con- forta pensare che ci saranno anche i nostri soldati, accanto a tecnici, medici e muratori a consolidare la fiammella della distensione, e con- tribuire a riavvolgere il nastro delle immagini che abbiamo seguito, inorriditi, per mesi. Vedremo ricostruire i palazzi, le case, i mercati, le strade che abbiamo visto crollare seppellendo sotto le macerie migliaia di persone, di uomini, donne e bambini. Ci saremo anche noi a riaccompagnarli nel loro viaggio a ritroso verso la speranza. Potremo mettere da parte l’amarezza e la delusione per un dibattito tra figure che volano basso forse perché incapaci di decollare. Dimenticheremo le Flottiglie, esaltate oltre il buon senso e la prudenza, come coraggiose avanguardie della pace e della solidarietà, o demonizzate come ridicoli strumenti di propaganda. Dimenticheremo i co- mici assurti a ruolo di grandi esperti di relazioni internazionali o le vergognose provocazioni antisemite di personaggi come Francesca Albanese santificata perfino da qualche istituzione pubblica di questo strano Paese. Dimenticheremo i sindaci che fanno propri – proba- bilmente senza rendersene conto – gli appelli alla distruzione di Israele nei cortei che chiedono una Palestina libera “dal fiume al mare”. Non dimenticheremo i richiami continui alla moderazione, all’equilibrio, alla civiltà e alla solidarietà del presidente Sergio Mattarella, snobbati e disattesi da chi non è stato capace di usare coraggio e coerenza neppure in momenti così delicati.

enniochiodi [at] gmail.com

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