Cresce il numero dei nuovi poveri

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La Caritas diocesana è impegnata ad affrontare le criticità di questo periodo. Generosità e volontariato: ecco gli strumenti per aiutare le famiglie in difficoltà

La Caritas nazionale, a due mesi dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ha deciso di monitorare le fragilità e i bisogni dei territori in questa fase delicata e ha avviato una rilevazione nazionale che ha coinvolto tutte le Caritas diocesane, permettendo di capire come cambiano i bisogni, le fragilità e le richieste, l’impatto che il virus ha avuto sul tessuto sociale, sui volontari e sugli operatori e quali sono le nuove criticità emerse.

Dal Nord al Sud si conferma un incremento delle situazioni di povertà e di disagio e del numero di famiglie che sperimentano difficoltà materiali legate alla totale o parziale assenza di reddito.

L’attuale situazione sanitaria sta mettendo a dura prova la tenuta sociale del Paese.

Accanto alle fragilità lavorative, i dati evidenziano un accentuarsi delle problematiche familiari, dei bisogni legati alla salute ma anche alle relazioni con l’aumento di ansie, timori per il futuro e disorientamento.

Noi, a distanza di un mese, abbiamo nuovamente interpellato il direttore della Caritas diocesana, don Francesco Larocca, per capire cosa è cambiato a livello locale e quali sono gli aspetti che richiedono più attenzione.

Don Francesco ha confermato, purtroppo, l’aumento di nuclei familiari che per problemi occupazionali si sono ritrovati in gravi ristrettezze economiche.

L’assenza di stipendio per tre mesi e il mancato pagamento dell’attesa cassa integrazione hanno determinato situazioni molto pesanti. «Alla porta dei centri Caritas – ha dichiarato don Larocca – in questi giorni hanno bussato padri e madri di famiglia, che vincendo un profondo sentimento di vergogna, hanno chiesto generi di prima necessità per sfamare i figli». La consegna dei pacchi alimentari non si è mai fermata in nessuno dei tre centri zona di Tortona, Novi Ligure e Voghera. Se nelle prime due città l’attività della Caritas diocesana è stata quella di supportare il Comune o i gruppi parrocchiali, nella realtà vogherese, in alcuni casi, c’è stato un vero e proprio lavoro di affiancamento e di supporto per non smettere mai di soddisfare tutte le richieste. Proprio in questa città, da marzo, è operativo l’“Emporio Solidale” che pur non funzionando ancora a pieno regime, sta distribuendo al momento più di trecento pacchi.

«L’Emporio – ha spiegato don Francesco – è un progetto educativo per un gruppo di trenta famiglie alle quali sono forniti non solo i generi alimentari, ma anche il supporto per renderle autonome nella gestione domestica e l’aiuto nella ricerca del lavoro; è un modo per farsi carico dei nuclei familiari a tutto tondo. In questo momento, pur non riuscendo a realizzare pienamente tale scopo, è in grado di consegnare più di trecento pacchi». È proseguita, poi, la collaborazione con il Comune vogherese per la gestione dei “Buoni Spesa”.

«In questo periodo – ha ricordato il sacerdote – è emersa anche una necessità dal punto di vista scolastico. Le scuole, infatti, hanno attivato la didattica a distanza, ma purtroppo diverse famiglie con più figli o con qualche difficoltà economica si sono rivolte a noi per ottenere un supporto multimediale per permettere ai ragazzi di seguire le lezioni. Finora abbiamo consegnato sei strumenti tra tablet e pc in diocesi».

Anche sul fronte dell’accoglienza ai senzatetto prosegue il lavoro degli asili notturni di Voghera e di Novi Ligure e la situazione si è stabilizzata in entrambe le strutture. «Distribuiamo i pasti caldi ogni giorno – ha aggiunto don Larocca – e gli ospiti fanno una vita meno sacrificata.

Grazie alla collaborazione con la Croce Rossa novese e con la “Misericordia” di Cervesina tutte le sere sono controllate la temperatura e la saturazione del sangue».

A livello sanitario è anche ripresa, seppur parzialmente, l’attività degli ambulatori medici della Caritas. «Abbiamo iniziato nuovamente la distribuzione dei farmaci a quanti ne fanno richiesta – ha detto il direttore – ma non abbiamo ancora riaperto per le visite mediche».

In questi giorni gli uffici della Caritas e quelli della fondazione “San Martino Antiusura” hanno ricominciato a operare a pieno regime. Proprio la scorsa settimana si è svolta la Consulta regionale antiusura del Piemonte e dall’incontro è emersa la necessità di studiare nuovi modi per affrontare gli scenari che si profilano all’orizzonte.

«Ora la sospensione dei mutui e il prestito concesso dello Stato – ha continuato – ha fermato le domande di aiuti economici ma si teme che dopo l’estate ci possa essere un boom di appelli perché quando riprenderanno i pagamenti delle imposte, la situazione sarà particolarmente difficile soprattutto per i piccoli artigiani e per i commercianti».

La Caritas ha preso in carico anche due ex carcerati che non hanno potuto seguire un normale programma di reinserimento e una madre, con i suoi tre figli minorenni, che è stata accolta un anno fa a Tortona con un “corridoio umanitario” e che adesso, terminato il progetto, deve essere seguita nel suo ingresso nel mondo del lavoro. Le diverse opere sono state realizzate grazie alla disponibilità di decine di volontari e operatori che non hanno fatto mancare il loro impegno quotidiano e la loro prossimità verso i più bisognosi.

Don Francesco ha voluto ringraziare in modo particolare il mondo giovanile: «Sono stati tanti i giovani, tutti maggiorenni, che si sono mostrati pronti ad aiutare e offrire il loro tempo».

«Caritas Tortona – ha detto don Francesco – ha potuto essere presente accanto alla gente e alle istituzioni grazie ai suoi operatori e a quelli della cooperativa sociale “Agape”. Un grande grazie, però, intendo rivolgere a tutti quelli che in qualsiasi modo hanno sostenuto le nostre opere.

Sono state davvero molte le donazioni e voglio rendere noti i nomi di chi le ha fatte, ricordando soprattutto un gruppo di tedeschi che tramite un medico di Amburgo in contatto con Radio PNR, la radio diocesana, ha creduto nei progetti della Caritas. A queste offerte va aggiunto il contributo della Chiesa Italiana, con i fondi dell’8xmille, che è stato pari a 10.000 euro, per un totale complessivo di 31.145 euro. Gratitudine va espressa anche alla Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia che si è impegnata per la realtà vogherese dei dormitori, per l’acquisto di derrate alimentari e di presidi sanitari per la protezione personale. A conclusione di tutta l’emergenza, sarà dato conto nello specifico di come sono stati impiegati i soldi ricevuti».

È possibile continuare ad aiutare la Caritas Diocesana Tortona attraverso l’apposito conto corrente della banca UBI. «Ogni piccolo aiuto – ha terminato il direttore – è un modo per condividere preoccupazioni e paure e restituire la speranza a chi è stato travolto dagli effetti disastrosi di questa pandemia che ha fatto crollare le certezze e ha creato nuovi poveri».

Daniela Catalano

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