Cappelli? La regina insegna

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di Patrizia Ferrando

Se vi siete lasciati attrarre dalle immagini delle celebrazioni per il giubileo di platino della regina Elisabetta, avrete notato una vasta gamma di cappellini: nella fattispecie, modelli femminili quasi tutti ampi, definibili estivi perché è giugno anche sotto l’ondivago cielo inglese, e comparsi nelle fasi più solenni. Sono stati sfoggiati, infatti, a Buckingham Palace per la prima mattinata di festeggiamenti e l’indomani alla funzione religiosa nella cattedrale di St. Paul. Il tutto, anche se non siamo né britannici né blasonati, può servire come schema riassuntivo per concludere la nostra chiacchierata sul bon ton del cappello. Cominciamo dalla questione oraria, cui ho già accennato. Il cappello appartiene al giorno. Tanto per fugare un dubbio ricorrente: lo si indossa a nozze celebrate di mattina o al limite nel primissimo pomeriggio e magari seguite da un rinfresco.

Niente cappelli, invece, per matrimoni che si tengono anche verso le 16 o le 17 (l’orario limite del copricapo, in termini di riferimento, si fissa alle 18), ma che prevedono convivi serali. E, a proposito di pranzi e dintorni: a tavola che cosa si fa? Di sicuro gli uomini non terranno il cappello, sedersi a pranzo a testa coperta per loro equivale a una patente di cafonaggine.

Le signore, in linea di massima, lo terranno solo se piccolo e parte integrante del loro vestito. Gli inviti italiani di solito non riportano il diametro massimo per evitare incomodo a commensali e camerieri! A tali indicazioni si correlano due particolari di stile: un cappello femminile formale sta meglio con acconciature raccolte e va tolto prima di arrivare al ristorante se coordinato con un soprabito che si sfilerà.

Gli uomini tolgono immediatamente il cappello entrando in un luogo di culto, mentre le donne lo tengono. La spiegazione s’intuisce, anche perché tutti sappiamo che in tempi precedenti al Concilio Vaticano II le donne dovevano recarsi in chiesa con un velo o un foulard sui capelli. Al maschile, scoprire il capo comunica umiltà e rispetto, un entrare nel gregge delle anime abbandonando ogni arroganza. Per le donne, il gesto contrario, i capelli celati, suggeriscono modestia, compostezza, contegno. Gli uomini devono avere la testa scoperta anche e sempre quando si fermano a salutare, quando entrano in una casa, in un ufficio, in un locale, in un ospedale o in una scuola; possono evitare in luoghi di passaggio, come le stazioni e gli aeroporti, e sui mezzi pubblici. Fuori dal contesto religioso, scoprirsi il capo è per l’uomo segno di cortesia, disponibilità, avvicinamento al prossimo. Tutti non indossano accessori che impediscono la vista nei luoghi di spettacolo.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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