«Betlemme è tornata a illuminarsi»

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Il Natale in Terra Santa. Ce lo racconta il Custode, padre Francesco Ielpo, amico della nostra Diocesi, invitandoci a riprendere i pellegrinaggi là dove nacque Gesù

DI DANIELA CATALANO

Domani è Natale e lo è in modo speciale in Terra Santa e a Betlemme, dove Gesù è nato in una grotta. In Terra Santa è davvero un Natale diverso perché, dopo due anni di guerra, il “cessate il fuoco” del 10 ottobre scorso ha finalmente avviato un fragile e delicato dialogo di pace e perché dal 24 giugno lì opera un nuovo Custode, che è padre Francesco Ielpo, un amico della nostra Diocesi. A lui, al telefono, abbiamo chiesto che Natale sarà. Come ha raccontato anche al Sir, padre Ielpo ci ha confermato che se da un lato la speranza si riaccende, dall’altro non manca la condivisione del dolore con chi continua a soffrire. Soprattutto in Galilea, a Betlemme e in Giudea, sono evidenti i segnali di un desiderio profondo della popolazione, non solo cristiana, di tornare a fare festa. Ielpo ci ha detto che sabato 6 dicembre a Betlemme ha vissuto un momento di profonda emozione: migliaia di persone si sono radunate in piazza per assistere alla riaccensione dell’albero di Natale, un gesto semplice ma carico di significato, che segna il ritorno di una tradizione profondamente radicata nella città che ha dato i natali al Salvatore. Dopo due anni senza decorazioni e con celebrazioni ridotte al minimo, in segno di solidarietà verso la popolazione di Gaza, Betlemme è tornata a illuminarsi. È stata una festa attesa e sentita da tutta la comunità che ha unito cristiani di ogni confessione e musulmani nella condivisione di un momento di gioia. Purtroppo, però, nella Striscia di Gaza la situazione resta drammatica, aggravata dalle alluvioni di questi giorni. Nel frattempo crescono violenze e tensioni in Cisgiordania. Padre Ielpo indica nel Bambino deposto nella mangiatoia il «segno di un Dio che si fa vicino nella fragilità» ed esorta a soffermarsi sul senso del Natale come tempo di speranza concreta, condivisa e incarnata. Nel video messaggio di auguri, realizzato la scorsa settimana nella basilica della Natività di Betlemme, il Custode ci porta a guardare alla Terra Santa con speranza, a pregare per la pace e a riconoscere la presenza di Dio nei poveri e nelle ferite del mondo, accogliendo la luce che viene.

«Gesù nasce in un luogo di fortuna, umile e inadatto. – ha sottolineato – L’immagine dirompente del Natale è la piccolezza! A Betlemme contempliamo un Dio piccolo. Una stalla diventa il luogo dell’infinito, la liturgia più santa si celebra sulla paglia, con l’odore pungente del letame, nelle carezze di una madre e nel pianto di un bimbo». «Gesù non ha paura di scendere nel punto più basso della nostra umanità fatta di violenza, di peccato, di dolore, di lacrime e di fatiche. – ha aggiunto – Viene deposto nella mangiatoia per farsi cibo, nutrimento di speranza per tutti gli uomini. Gesù nasce per noi!». Padre Francesco ha ribadito con decisione che questo Natale è caratterizzato da una «rinnovata speranza» che possiamo trovare solo «guardando a Lui, contemplando Lui, imitando Lui». Nonostante la crisi economica, dovuta alla quasi totale assenza di pellegrinaggi, che ha messo in seria difficoltà numerose famiglie, avverte forte nella popolazione locale la voglia di superare le difficoltà e di andare avanti con fiducia, cogliendo i piccoli ma reali segnali di ripartenza per il nuovo anno. Augurando buon Natale a tutti i nostri lettori, padre Ielpo ci ha invitato a tornare pellegrini in Terra Santa, per adorare Gesù dove è nato, ha vissuto, è morto ed è risorto e ci ha chiesto di pregare per questi luoghi, perché possano conoscere la pace vera.

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