Alexandrina la mistica portoghese
Di Daniela Catalano
Questa settimana conosciamo la beata Alexandrina Maria da Costa, mistica portoghese, beatificata da san Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004. Nasce a Balasar, in provincia di Oporto in Portogallo, il 30 marzo 1904. Educata cristianamente dalla mamma, insieme alla sorella, Alexandrina rimane in famiglia fino a 7 anni, poi è inviata nel comune vici- no a frequentare la scuola elementare. Dopo 18 mesi torna a Balasar e va ad abitare in una località chiamata “Calvario”, dove rimane fino alla morte. Grazie alla sua robusta costituzione, lavora duramente in campagna. È molto amata dalle compagne per il suo carattere sereno e allegro. A 12 anni, però, si ammala: una grave infezione la porta a un passo dalla morte. Superato il pericolo, a 14 anni succede un fatto che le cambia la vita. Il Sabato Santo del 1918 la giovane è intenta con la sorella e una ragazza apprendista al lavoro di cucito, quando tre uomini fanno irruzione nella stanza per violentarle. Alexandrina, per salvare la sua purezza, si getta dalla finestra, da un’altezza di 4 metri. Le conseguenze sono terribili. Fino a 19 anni riesce a trascinarsi in chiesa dove, tutta rattrappita, resta in preghiera. La paralisi, intanto, continua a progredire, fino a quando i dolori diventano terribili e la donna rimane completamente paralizzata. Il 14 aprile 1925 si mette a letto e non si rialza più. All’inizio chiede al Signore la grazia della guarigione. Poi intuisce che la sua missione è “amare, soffrire, riparare”. Inizia, allora, una grande unione mistica con Gesù e nel 1935 sente la sua voce che chiede che il mondo venga consacrato al Cuore Immacolato di Maria. Dal 3 ottobre 1938 al 24 marzo 1942, per ben 182 volte, vive ogni venerdì le sofferenze della Passione. Dal 1942, quando la richiesta è accolta dal Papa, Alexandrina inizia a cibarsi solo dell’Eucaristia. Nel 1944 diventa salesiana cooperatrice. Il 13 ottobre 1955, anniversario dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima, esclama: «Sono felice, perché vado in cielo» e alle 19.30 muore. Nel 1978 le sue spoglie sono traslate nella chiesa di Balasar. La memoria liturgica cade il 13 ottobre.
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