Alberto Lolli ha aperto l’anno accademico

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Unitre di Broni: la lectio del rettore del Borromeo

BRONI – Con la lectio magistralis dal titolo “Diritto di cielo: la decisione di sperare” svolta dal rettore dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia don Alberto Lolli, domenica 19 ottobre nel pomeriggio si è ufficialmente aperto l’anno accademico 2025-2026 dell’Unitre di Broni. Nell’affollata aula civica “G. Soavi” erano presenti il sindaco Antonio Riviezzi, l’assessore Cristina Varesi, i rappresentanti di associazioni, docenti, alunni, cittadini. A fare gli onori di casa la presidente Graziella Moroni che, pri- ma di presentare il ricco programma – 60 corsi in ambito storico, umanistico, scientifico e linguistico, senza dimenticare i numerosi laboratori con la new entry di quello dedicato al burraco – ha fatto notare come intorno all’Unitre di Broni «ruotano ogni anno, fra allievi, docenti, volontari circa 300 persone e non è poco in una cittadina con meno di 10.000 abitanti», segno di una vitalità e di un radicamento profondo dell’associazione nel territorio. La presidente ha quindi sottolineato che la vita dell’Unitre «è frutto del volontariato, del lavoro disinteressato dei docenti e delle volontarie che mi supportano sempre con intelligenza, discrezione e affetto».

«È sempre un piacere partecipare all’apertura del nuovo anno accademico dell’Unitre di Broni – le parole del sindaco Riviezzi – una realtà associativa fondamentale per la nostra comunità, che promuove con costanza il sapere, la cultura e la conoscenza. È altrettanto rilevante il ruolo che l’associazione riveste come importante luogo di aggregazione sociale, soprattutto in questo periodo storico in cui siamo tutti condizionati dalle forti tensioni internazionali e dall’aumento di episodi antisociali, sintomo di una profonda disgregazione della società». La parola è quindi andata al rettore del Borromeo che ha tenuto una relazione intensa e profonda che ha colpito tutti i presenti. Le sue parole hanno trasmesso speranza e fiducia con un invito accorato a non rinunciare al “Diritto di Cielo”.

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