La fede vissuta, la comunità, l’impegno sociale e caritativo

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La sinodalità e la collegialità al centro dell’81^ Assemblea Generale della Cei che si è svolta ad Assisi e alla quale, nella giornata finale, è intervenuto il Papa

DI DANIELA CATALANO

Giovedì 20 novembre Papa Leone XIV ha raggiunto Assisi per la conclusione dell’Assemblea Generale della Cei, iniziata lunedì 17 sotto la guida del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi. Hanno partecipato 206 vescovi (tra cui il nostro Mons. Guido Marini), 13 emeriti e alcuni rappresentanti di presbiteri, religiosi e religiose degli istituti secolari, delle aggregazioni laicali, insieme al nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, Mons. Petar Rajič.

Un clima cordiale e attento ha caratterizzato l’incontro dei vescovi con il Pontefice, avvenuto nella basilica di Santa Maria degli Angeli, dove il Papa, prima di parlare, ha sostato qualche momento nella Porziuncola per una preghiera silenziosa, recando un mazzo di rose gialle e bianche. Un gesto, come hanno spiegato i francescani, che tutti i Pontefici compiono in ricordo di quanto accadde a san Francesco: il frate si gettò su un rovo di rose con le spine ma non si ferì e perciò offrì le rose senza spine alla Madonna degli Angeli. All’inizio del suo discorso Leone XIV ha esortato a «porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata dalla Evangelii gaudium, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo», ricordando che «una Chiesa sinodale, che cammina nei solchi della storia affrontando le emergenti sfide dell’evangelizzazione, ha bisogno di rinnovarsi costantemente».

Il Papa ha esortato i vescovi a tracciare le linee pastorali «in uno spirito veramente sinodale nelle Chiese e tra le Chiese del nostro Paese», dando sempre più forma a una «Chiesa collegiale», non tornando indietro sul tema degli accorpamenti delle diocesi, unendo le forze e rendendo «le nostre identità religiose ed ecclesiali più aperte». I temi della collegialità e della sinodalità richiamati nel suo discorso sono stati al centro dei lavori dell’81^ Assemblea Generale. I vescovi, infatti, si sono concentrati sulla dimensione della sinodalità, intesa come forma ordinaria della vita della Chiesa. La crisi contemporanea è stata interpretata non solo come frutto dell’indifferenza esterna, ma anche come rischio di “insignificanza” interna, da superare attraverso la gioia della fede, una testimonianza più libera e coraggiosa e una rinnovata capacità di annuncio.

Se la cultura dominante esercita una forte spinta all’adeguamento, il Vangelo richiede la franchezza della parola e la chiarezza delle posizioni. Di qui la necessità di una Chiesa coraggiosa e missionaria, che non teme i cambiamenti, che sa valorizzare il protagonismo dei laici e puntare sulla comunità come risposta alla solitudine diffusa. Sono da leggere in questa prospettiva i riferimenti, emersi nel confronto assembleare, all’importanza di una pastorale d’ambiente che possa abitare con creatività e competenza scuola, università, sanità, lavoro, sport, cultura; della formazione di sacerdoti chiamati a essere “vicini al gregge”, donando “tempo ed energie per tutti, senza risparmiarsi, senza fare differenze”; del ruolo degli organismi di partecipazione, che sono spesso indeboliti da logiche burocratiche o assemblearismi impropri, mentre dovrebbero rappresentare laboratori vivi di corresponsabilità e comunione. Non sono mancati i richiami alle nuove generazioni, alla famiglia, alla comunione tra le Chiese, all’impegno per la giustizia e la pace, alla questione delle carceri che ha bisogno di una più convinta attenzione pastorale e culturale, al fenomeno delle sette e del satanismo, in crescita soprattutto tra i più giovani.

In linea con quanto chiesto da Papa Leone, i vescovi hanno approvato, a larga maggioranza, una Mozione con cui vengono delineati i passi successivi alla terza Assemblea sinodale. Esprimendo gratitudine a quanti hanno partecipato al percorso compiuto, è stata deliberata la ricezione del Documento di sintesi Lievito di pace e di speranza, con i suoi orientamenti e le sue proposte, “considerandoli alla luce delle priorità pastorali” emerse nell’Assemblea della Cei. Giunta a compimento la fase che ha animato gli anni 2021-2025, sono stati sciolti tutti gli organismi sinodali finora operativi. I vescovi nella Mozione hanno assunto l’impegno, “a continuare a camminare insieme ricercando modi e tempi per dare concretezza agli orientamenti e alle proposte emersi in questi anni”.

Hanno, inoltre, affidato al Consiglio Episcopale Permanente e al gruppo costituito dalla Presidenza su mandato dello stesso Consiglio Permanente e formato dal card. Roberto Repole, dai vescovi Gherardo Gambelli, Guglielmo Giombanco, Corrado Lorefice, Andrea Migliavacca e Michele Tomasi, “il compito di indicare percorsi di studio e approfondimento per il discernimento degli orientamenti e delle proposte del Documento di sintesi, in particolare quelli rivolti alla Conferenza Episcopale Italiana”. La ricchezza delle riflessioni che ha permeato le giornate di Assemblea, culminate con l’approvazione della Mozione, hanno indicato alcune prospettive di lavoro: la fede vissuta, testimoniata e celebrata; la comunità; l’impegno sociale e caritativo.

È stato precisato che per fede è da intendersi l’esperienza esistenziale di essere innestati in Cristo: non un atto intellettuale, ma il vivere di Cristo, ovvero una fede che trasforma, trasfigura la vita, portando con sé il peso della testimonianza. In questo senso, la fede viene vissuta, celebrata e trasmessa nella comunità e si intreccia, inevitabilmente, con la dimensione socio-caritativa in quanto i cristiani abitano tutte le realtà, a partire dalla politica. Nella consapevolezza delle grandissime solitudini e fratture che contrassegnano la vita delle persone e in forza di quanto condiviso negli anni del Cammino sinodale e delle indicazioni scaturite dal Documento, i vescovi si sono soffermati sulla corresponsabilità, in vista di un approfondimento sul binomio “ministeri e laicità”. L’Assemblea dei vescovi ha anche approvato due Documenti: il primo Educare a una pace disarmata e disarmante si presenta articolato in tre parti, che risulteranno utili per la catechesi e l’approfondimento, secondo il metodo del “vedere-giudicareagire”; il secondo si intitola L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo ed è stato formulato alla vigilia del 40° anniversario dell’“Intesa” fra la Cei e il Ministero della Pubblica Istruzione circa l’insegnamento della religione cattolica nella scuola (Irc), firmata il 14 dicembre 1985.

(Foto: Vatican Media/SIR)

La Mozione deliberata dai vescovi

Noi, Vescovi e Pastori delle Chiese in Italia, riuniti nell’81^ Assemblea Generale desideriamo anzitutto rivolgere un canto di lode al Signore per l’abbondanza dello Spirito che ha accompagnato il Cammino sinodale in questi anni. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato al percorso compiuto, offrendo tempo ed energie nelle Diocesi, nelle Assemblee sinodali e negli Organismi che, a livello nazionale, hanno accompagnato il Cammino. Riteniamo che il Documento di sintesi del Cammino sinodale Lievito di pace e di speranza, approvato dalla terza Assemblea sinodale, non solo rappresenti una preziosa testimonianza dello stile di condivisione e confronto vissuti in questi quattro anni, ma offra anche al discernimento dei Pastori e alle comunità ecclesiali linee di indirizzo e proposte per dare concretezza a una Chiesa missionaria, prossima e sinodale. Come previsto dal Regolamento del Cammino sinodale (art. 18) giunge a compimento la fase del “Cammino sinodale 2021-2025”, con il conseguente scioglimento di tutti gli Organismi sinodali finora operativi. Pertanto, traendo frutto da quanto emerso dal dialogo di questa Assemblea Generale,

DELIBERIAMO

la ricezione del Documento di sintesi del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia Lievito di pace e di speranza, con i suoi orientamenti e le sue proposte, considerandoli alla luce delle priorità pastorali emerse in questa Assemblea a partire dal Documento stesso. Consapevoli della nostra responsabilità di Pastori e partecipi della vita del nostro Paese, Noi, Vescovi italiani, assumiamo l’impegno, insieme con le nostre Chiese e collegialmente come Conferenza Episcopale Italiana, a continuare a camminare insieme ricercando modi e tempi per dare concretezza agli orientamenti e alle proposte emersi in questi anni. Affidiamo al Consiglio Permanente e al gruppo di lavoro di Vescovi, costituito dalla Presidenza su mandato del Consiglio Permanente stesso, il compito di indicare percorsi di studio e approfondimento per il discernimento degli orientamenti e delle proposte del Documento di sintesi, in particolare quelli rivolti alla Conferenza Episcopale Italiana. Tenendo conto anche del Documento finale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione, ci impegniamo a vivere lo spirito e lo stile sinodale promuovendo i necessari strumenti, anche a livello nazionale, per essere «una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato» (Leone XIV). Guardiamo a Cristo, nostra speranza, fonte del nostro agire, tutto affidando a Maria, Madre della Chiesa, perché accompagni il cammino della Chiesa italiana.

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