Il catechismo “in dialetto”

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A cura di LIBRERIA SAN MARZIANO TORTONA

L’autunno è alle porte, la scuola sta iniziando e a breve le nostre parrocchie convocheranno i catechisti per calendarizzare gli incontri e i percorsi che i ragazzi seguiranno fino a primavera inoltrata. Sono diversi anni che, con mio marito e con i nostri figli, ci occupiamo di catechesi in parrocchia e risuonano in noi continuamente le parole di Papa Francesco: «La catechesi non può essere come un’ora di scuola, ma è un’esperienza viva della fede». È dunque decisivo l’incontro con i ragazzi, mettersi al loro livello, conoscere le loro famiglie e creare sinergie. Accanto ai sussidi Cei di valore indiscusso – Io sono con voi, Venite con me, Sarete miei testimoni – si trovano le guide per i catechisti e i quaderni operativi, preziosi alleati per la preparazione di percorsi interattivi e adatti all’età dei nostri ragazzi. Tuttavia, negli ultimi anni, si è reso necessario un approccio sempre più dinamico, i nostri figli sono figli di un’epoca “post-moderna”, molto veloce, che noi adulti fatichiamo a comprendere. Di grande valore è senza dubbio il lavoro che don Francesco Vanotti (Diocesi di Como) ha condotto in merito ai percorsi di catechesi (suoi i testi: Aprirsi, Meravigliarsi, Custodire, Seguire – ed. ELLEDICI) che vedono protagonista uno stile narrativo fatto per parlare di Dio ai ragazzi e ai genitori. Dice don Francesco che «la narrazione è una metodologia che va riscoperta, l’uomo è un essere narrativo, ce lo racconta anche il mondo dei social con le “storie” su Instagram per esempio, occorre raccontarsi, narrare la presenza di Dio nella nostra vita». I primi narratori sono proprio le mamme e i papà, per questo, oggi, è più che mai necessario che si instauri tra catechisti e genitori una sinergia volta alla realizzazione di un cammino che vedrà protagonista non solo il bambino ma la famiglia nel suo complesso. Papa Francesco, nel 2022, ci ricordava che «la fede si trasmette sempre in dialetto». Parlare il dialetto significa usare un linguaggio semplice e famigliare che arrivi ai nostri giovani perché possano “sentirsi parte della comunità cristiana”, parte viva, vivace e integrante, che non siano solo spettatori di un consueto e noioso “si è sempre fatto così”. Nell’introduzione a Youcat” (ed. Città Nuova, 2011) Papa Benedetto XVI, si rivolge proprio ai giovani: “Dovete sapere che cosa credete, dovete conoscere la vostra fede con la stessa precisione con cui uno specialista di informatica conosce il sistema operativo di un computer…”.

Paola Busetti

I testi citati sono disponibili presso la Libreria San Marziano a Tortona, in piazza delle Erbe.

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