Telemonitoraggio per creare continuità tra casa e ospedale
Il progetto innovativo avviato dall’Asl provinciale per i pazienti cronici presso il Dea di Novi Ligure
NOVI LIGURE – L’Asl di Alessandria lancia un’iniziativa all’avanguardia grazie al progetto di “telemonitoraggio” destinato ai pazienti con patologie croni- che. L’obiettivo è chiaro: assicurare una vera continuità assistenziale nelle ore e nei giorni più delicati dopo la dimissione dall’ospedale. Avviata in via sperimentale lo scorso 1° dicembre presso il Dipartimento di Emergenza e Accettazione (Dea) cittadino, l’ini- ziativa si propone di ridurre sensibilmente il rischio di riacutizzazioni e di contrastare quel senso di smarrimento che spesso attanaglia chi rientra a casa affetto da patologie come scompenso cardiaco e diabete. Il modello novese è già un caso di successo, premiato al Congresso Nazionale della Società Italiana di Emergenza Sanitaria (Siems) di Milano come “Miglior Poster Area Tecnica” e presentato al Ministero della Salute quale esempio virtuoso di integrazione tra assistenza territoriale e sistema dell’emergenza. L’approccio adottato dall’Asl si articola in un processo ben definito che prevede tre passaggi fondamentali: arruolamento in Pronto Soccorso; contatto rapido al domicilio e monitoraggio di 15 giorni. Le risposte generano un codice colore di allerta: dal verde/azzurro (situazione stabile) al giallo/arancione/rosso che determina l’attivazione immediata del Medico di Medicina Generale, dell’Infermiere di Comu- nità o, nei casi più critici, del 118. Il progetto è stato ideato e sviluppato da Roberta Virtuani (responsabile della selezione clinica), Irene Marchese (che coordina il follow-up telefonico) e Stefano Garione (che ha curato l’infrastruttura tecnologica). Il direttore generale dell’Asl Alessandria, Francesco Marchitelli, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa dichiarando che rappresenta «un vero cambio di paradigma nella visione della sanità, un ponte sicuro tra ospedale e casa». «L’idea nasce dall’analisi dei dati: – ha spiegato – molti ricoveri brevi (sotto i tre giorni) riguardano patologie croniche molto diffuse. Centinaia di questi episodi potrebbero essere evitati se il paziente, una volta a casa, venisse seguito in modo tempestivo e strutturato. L’obiettivo è duplice: ridurre il sovraffollamento del Pronto Soccorso e, soprattutto, garantire al cittadino una migliore qualità di vita, curandolo in sicurezza tra le mura domestiche. La nostra priorità è eliminare il senso di abbandono che spesso accompagna le dimissioni e ridurre il rischio di riacutizzazioni evitabili. Questo è il futuro della nostra Asl, un futuro centrato sulla persona e sulla sua sicurezza».
Vittorio Daghino

