Mons. Aldo Del Monte è stato un uomo “generativo” nella Chiesa

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Il convegno a 20 anni dalla morte del vescovo di Novara, originario di Montù Beccaria, con don Maurizio Ceriani, don Claudio Baldi, Mariella Enoc e Mons. Guido Marini

TORTONA – A 20 anni dalla scomparsa la Diocesi di Tortona ha ricordato Mons. Aldo Del Monte nel convegno realizzato in collaborazione con la libreria “San Marziano” sabato 29 novembre nella Sala della Fon- dazione CR Tortona, in occasione della pubblicazione di Verso i monti alti e segreti come il cielo e del 60° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Il libro raccoglie gli ultimi scritti inediti del vescovo emerito di Novara nato nel 1915 a Montù Beccaria, in Oltrepò Pavese, e vissuto in Diocesi fino al 1972 quando è stato chiamato a guidare la Chiesa novarese. Il bellissimo testo è stato curato dalle monache benedettine del monastero “Mater Ecclesiae”, fondato da Mons. Del Monte sull’Isola di San Giulio e affidato alla badessa madre Anna Maria Canopi, che vantava medesime origini oltrepadane. In occasione del ventennale della morte, è stata fatta anche la riedizione de La croce sui girasoli, un altro celebre scritto del vescovo nel quale racconta la sua esperienza di cappellano militare in Russia. Il direttore de Il Popolo, Matteo Colombo ha moderato l’incontro che ha visto come relatori don Maurizio Ceriani, vicario episcopale per la Vita Consacrata, don Claudio Baldi, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano e parroco della Cattedrale e Mariella Enoc, ex presidente dell’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma e cara amica del vescovo novarese. Colombo, che ha ringraziato le autorità civili e religiose presenti, tra cui il vicario generale della Diocesi, don Francesco Larocca, le dirigenti dell’istituto “Santachiara” di Tortona, Voghera e Stradella, Cristina Montagnoli e Stefania Fecchio e il presidente della Fondazione CRT, Pier Luigi Rognoni, ha anche messo in evidenza alcuni passi significativi delle pagine di Mons. Del Monte. Il vescovo Mons. Marini ha concluso la mattinata. Don Ceriani nel suo puntuale intervento ha delineato il contesto storico – teologico in cui opera Del Monte, divenuto sacerdote nel 1939 nel periodo del Fascismo e ha operato negli anni della Seconda Guerra Mondiale e del Dopoguerra. Il relatore ha preso in esame la situazione della Diocesi di Tortona prima del Concilio, ai tempi del vescovo Melchiori. Evidenziando come questo importante episcopato, non privo di contraddizio- ni, diede impulso a figure chiave dioce- sane. Don Ceriani ha parlato della partecipazione attiva del clero locale alla Resistenza, sottolineando anche il ruolo unifican- te avuto nella società italiana del Dopoguerra, specialmente durante la decisiva vittoria politica del 1948. Il sacerdote ha colto nel pensiero di don Del Monte l’anticipazione delle urgenze e delle trasformazioni che sarebbero poi emerse pienamente con il Concilio Vaticano II. Proprio sul rapporto di don Del Monte con il Concilio si è soffermato don Claudio Baldi, il quale ha ricordato che don Aldo, pur avendo un ruolo formale irrilevante di procuratore del vescovo Melchiori, impossibilitato a partecipare al Concilio, riuscì a leggere la sua pre- senza come un dono della Provvidenza, grazie al magistero della sofferenza, maturata nella campagna di Russia. E capì di trovarsi di fronte all’inizio di una profonda conversione che voleva restituire Cristo all’uomo e l’uomo a Dio. Dalle parole pacate e profonde di Mariella Enoc, è emerso il ritratto di un uomo innamorato di Dio e grato per i doni ricevuti, che ha voluto intensamente bene alle sue due Chiese, Tortona e Novara, e ha lasciato una brillante eredità spirituale. Enoc ha spiegato la genesi del libro legata ai 15 anni trascorsi serenamente da don Aldo nel ritiro di San Salvatore a Massino Visconti, dove fu accolto e ospitato per 15 anni, fino alla morte, proprio dalla famiglia di Mariella. La vicinanza quotidiana con il vescovo, raccontata con un pudore quasi reverenziale dall’amica, ha fatto emergere una genuina umanità e una profonda spiritualità, alimentata dalla preghiera e dall’invocazione costante dello Spirito Santo. Enoc ha definito Del Monte «un uomo generativo» capace di comprendere che la Chiesa «non si organizza ma si genera» e si fonda solo su Cristo. Il vescovo, concludendo, ha ringraziato tutti i relatori e i numerosi presenti e ha sintetizzato la ricchezza del libro che riflette l’esperienza spirituale, umana, sacerdotale, episcopale di Mons. Del Monte, utilizzando tre parole presenti nelle pagine. La prima è la convinzione che nella vita c’è sempre “un di più” della provvidenza divina, la seconda è il riconoscere che l’esistenza è un canto intero alla gloria di Dio e la terza è cogliere la bontà del Signore nelle vicissitudini umane. Le tre parole svelano a chi oggi le ascolta un’unica e incontrastata verità: «solo là dove Gesù Cristo è celebrato davvero, è incontrato davvero e ha accolto davvero l’universo, la storia e la vita sono tra- sfigurati e la vita diventa tutta un canto alla gloria di Dio». Proprio come quella di don Del Monte, che la Chiesa di Tortona è orgogliosa di avere tra i suoi figli.

Daniela Catalano (Foto: Luigi Bloise)

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