«Io ho toccato con mano la presenza dello Spirito Santo nella Cappella Sistina»

Il vescovo Mons. Guido Marini martedì sera ha presieduto la Veglia di preghiera in vista dell’elezione del nuovo Papa. E ha raccontato come avviene ripercorrendo la sua esperienza personale: è stato lui infatti, il 12 marzo 2013, a pronunciare l’extra omnes

DI LUISA IOTTI

Si è svolta martedì sera, 6 maggio, in cattedrale a Tortona, la veglia diocesana di preghiera alla vigilia del Conclave. Alle ore 20.30 il vescovo Guido ha introdotto la recita del Santo Rosario, a cui ha fatto seguito l’Adorazione Eucaristica, con un suo breve intervento, reso particolarmente pregnante dal racconto della sua esperienza personale. Infatti, in occasione dell’ultimo Conclave è stato proprio il nostro vescovo, il 12 marzo 2013, a pronunciare l’extra omnes, cioè il “fuori tutti”, l’ordine, a chiunque non fosse cardinale elettore, di uscire dalla Cappella Sistina, prima di chiudere le porte affinché prendessero avvio le votazioni per la scelta del nuovo Papa. Mons. Marini ha voluto rimarcare come tale scelta non è mai frutto solo delle valutazioni che i cardinali fanno nel corso delle loro “congregazioni” precedenti il Conclave: essa avviene in forza dell’ispirazione dello Spirito Santo, che davvero “aleggia” su di loro, così che si può dire, anche per questa circostanza, ciò che riferiscono gli Atti degli Apostoli a proposito di alcune scelte cruciali della Chiesa primitiva: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi…”. «Ci ritroviamo questa sera qui nella nostra chiesa cattedrale per pregare alla vigilia di un avvenimento importante nella vita della Chiesa qual è il Conclave. – ha detto il vescovo – Siamo qui per pregare e lo faremo con il Rosario e poi con l’Adorazione Eucaristica: l’intenzione è di deporre la nostra preghiera nelle mani della Madonna perché la Madonna ci aiuti a portarla davanti al Signore. Preghiamo ricordando ancora Papa Francesco: non lo dimentichiamo». «Forse può essere utile – ha continuato Mons. Marini – ripercorrere i passi che immaginate il colpo d’occhio: di fronte si trovano Il giudizio universale di Michelangelo che, vi assicuro, in quel momento assume delle caratteristiche del tutto contraddistinguono la vita di un Conclave. In questi giorni i cardinali per diverse volte si sono riuniti nelle congregazioni dove ciascuno di loro con libertà interviene sulla situazione della Chiesa, sul futuro della Chiesa. Domattina la grande celebrazione in San Pietro chiamata “Pro eligendo Pontifice” ovvero la Messa in cui si chiede al Signore la grazia di ascoltarLo nell’elezione per il nuovo Papa. E nel pomeriggio i cardinali entrano in Cappella Sistina ma prima fanno una sosta nella cappella cosiddetta Paolina dove si trova il Santissimo e dove c’è un quadro venerato da secoli che rappresenta la Madonna del Buon Consiglio. I cardinali che si ritrovano lì hanno l’opportunità di stare per un certo tempo in preghiera davanti al Signore e di chiedere consiglio proprio alla Madonna. Poi da lì, processionalmente, cantando le litanie, tutti si recano nella Cappella Sistina. È molto bello questo canto delle litanie perché è la grande supplica che i cardinali elettori rivolgono al Paradiso, al Signore, alla Madonna, agli angeli, ai santi perché siano presenti in ciò che sta per accadere. Così, cantando, entrano in Cappella Sistina e voi singolari. Diventa per ciascuno di questi cardinali un richiamo vivissimo a prendere con un senso di responsabilità grande ciò che stanno per fare. Quindi avviene il giuramento. Ciascuno dei cardinali giura di compiere davanti a Dio, con senso di grande responsabilità ecclesiale, il suo compito. Terminato il giuramento il maestro delle celebrazioni intima l’uscita di tutti coloro che non sono cardinali elettori dalla Cappella Sistina. È il cosiddetto extra omnes. E a quel punto la Cappella viene chiusa. Però, prima che il Conclave abbia proprio inizio, uno dei cardinali viene scelto per tenere ai presenti una meditazione con la quale ciascuno è richiamato al grande compito che lo attende per l’elezione del nuovo Papa. Terminata la meditazione, esce anche il maestro delle celebrazioni liturgiche e rimangono soltanto i cardinali che cominceranno le votazioni. La prima avverrà domani sera e poi di giorno in giorno, fino all’elezione del nuovo Papa, si terranno quattro scrutini, due al mattino e due al pomeriggio». «Ho brevemente raccontato questo – ha aggiunto il vescovo – per far capire che cosa avviene, per spiegare che il Conclave è un momento di grande preghiera, di grande emozione, nel quale possiamo capire ciò che accade se ritorniamo a quell’extra omnes: risentiamo la pagina degli Atti degli Apostoli quando gli apostoli dicono “Noi e lo Spirito Santo…”. Questo è un Conclave al di là di altre parole! Immaginatevi quindi quel momento nel quale tutti escono e lì rimangono i cardinali elettori: “noi e lo Spirito Santo”. La formula così antica, che ci porta alle radici della vita della Chiesa, è davvero particolarmente suggestiva perché non esclude il “noi” cioè i cardinali che con la loro umanità devono eleggere il Papa, ma in questa umanità del “noi” si innesta la potenza, l’amore dello Spirito Santo che opera. Ecco la mia esperienza personale che desidero condividere con voi: io lì dentro ho percepito che, al di là dell’umano, c’era davvero la presenza del divino. Io l’ho toccato con mano: non era semplicemente un raduno di grandi cardinali, no; era un raduno dei cardinali riuniti in Conclave in cui lo Spirito del Signore davvero alleggiava. Ci tengo a testimoniarlo perché questo è il Conclave». Il vescovo infine ha ricordato che l’amore per il Papa deve prescindere dalla sua persona “umana”; a tal proposito ha citato l’esempio di san Luigi Orione e di san Giovanni Bosco, che hanno educato al senso vero della devozione verso il Pontefice. Don Orione ogni volta che entrava nella basilica di San Pietro a Roma si recava presso la statua bronzea nera di san Pietro, collocata sul lato destro della basilica, verso l’altare della confessione, e si chinava profondamente e metteva il proprio capo sotto il piede di Pietro come a rinnovare ogni volta il proprio amore, la propria fedeltà, la propria devozione al Papa successore di Pietro. E don Bosco esortava i suoi ragazzi a non gridare “viva Pio IX!” ma “viva il Papa!” perché bisogna voler bene al Papa qualunque esso sia. «Nella preghiera di stasera – ha concluso Mons. Marini – portiamo anche questi esempi belli di santi che ci sono cari, san Luigi Orione e san Giovanni Bosco, e mentre preghiamo già fin d’ora per il nuovo Papa, fin d’ora diamogli la nostra fedeltà, il nostro amore, la nostra devozione e chiediamo al Signore che ci mantenga sempre in questa dimensione così bella di fede davvero ecclesiale».

(Foto: Luigi Bloise)

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