Il Signore è vicino e viene in mezzo a noi con il suo amore
Sabato scorso l’ultimo pellegrinaggio vocazionale e giubilare del 2025. Il Rosario e la Messa nel santuario della Madonna delle Grazie di Casei Gerola
Sabato 6 dicembre si è svolto il pellegrinaggio vocazionale mensile al santuario della Madonna delle Grazie di Sant’Agostino a Casei Gerola. Come ha ricordato il vescovo, è stato l’ultimo ad avere anche la caratteristica giubilare, infatti il 28 dicembre a Tortona terminerà l’anno di grazia a livello diocesano, mentre a Roma il Santo Padre chiuderà la Porta Santa il 6 gennaio. La preghiera in questi pellegrinaggi è rivolta al Signore, per intercessione della Madonna, per tutte le vocazioni, ma in particolare per quelle al sacerdozio e alla vita consacrata. Le nostre domande, le nostre preghiere sono strettamente legate alla fede con la quale noi le rivolgiamo al Signore. Venerdì nel Vangelo abbiamo ascoltato due ciechi che si rivolgono a Gesù e gli dicono “abbi pietà di noi” e Gesù apre loro gli occhi dicendo “avvenga secondo la vostra fede”. È, dunque, la fede ciò che rende davvero potente la nostra domanda, la nostra preghiera al Signore ed è con questa fede grande che sabato si è pregato per le vocazioni. Introducendo il Rosario, Mons. Marini, ha evidenziato che il cuore era colmo di gratitudine al Signore per il momento di grande gioia per la bellezza della fede. Era sufficiente rimanere ad ammirare i fedeli che piano piano si sono radunati. La chiesa era gremita. Vedere tante per- sone accorrere perché chiamati, convocati dal pastore a pregare per le vocazioni, già questo era un motivo di gratitudine al Signore. Il rettore della chiesa, don Pietro Bezzi, nell’accogliere il pellegrinaggio, ha ringraziato Mons. Marini per aver scelto anche quel santuario per i pellegrinaggi vocazioni e ha ricordato che la Madonna delle Grazie è stato il luogo molto significativo nella vocazione di san Luigi Orione. Passando per andare da Pontecurone a Molino dei Torti a parlare con il suo direttore spirituale, san Luigi si fermò là davanti in preghiera. Intravedendo la Vergine Maria chiese una grazia, quella di diventare sacerdote, promettendo, in cambio, di far crescere il santuario, con opere materiali e spirituali. E poi sappiamo come è andata. Il Santuario è ora un bel luogo di preghiera, con diversi ex voto visibilisu una parete. Molto apprezzato l’efficace riscaldamento che sabato ha confortato i fedeli, mentre all’esterno il termometro segnava un grado. Nella celebrazione della Messa, il vescovo ha ringraziato il rettore e i sacerdoti orionini don Agostino Gennari, don Luca Ingrascì e ha rivolto un saluto affettuoso al parroco del paese e vicario foraneo don Maurizio Ceriani. Erano presenti anche don Claudio Baldi con i ragazzi del seminario e alcune religiose. Il coro del santuario diretto da Saverio Soncin ha accompagnato la preghiera. Nell’omelia il Vescovo ha subito posto l’attenzione all’espressione che talvolta facciamo nostra: “Gesù mio”. Partendo dalle parole del Vangelo “il regno dei cieli è vicino”, Mons. Marini ha affermato che asserire “il Signore è vicino” significa confermare che Dio è con noi, «significa ricordare – ha proseguito il Vescovo – che Gesù Dio si è fatto davvero prossimo alla nostra vita e lo possiamo dire con fede: “Signore, tu sei con me”. Pensate a quel bel modo di esprimerci che viviamo nella nostra preghiera personale comunitaria, ovvero quando diciamo “Gesù mio”: non è un modo di dire, è una preghiera che sgorga dalla fede, ovvero dalla realtà che Dio in Gesù è Dio con me, è Dio con noi, è Dio vicino». Ecco che cosa significa ascoltare dalla parola del Signore che il regno di Dio è vicino: ricordarci con stupore e con meraviglia che possiamo dire “mio Gesù”, possiamo affermare che Gesù è con noi, possiamo sottolineare che Gesù ci accompagna per mano, è nostro Salvatore ogni giorno della vita.
Lucia Gradi

