Il municipio di Broni si è rifatto il look: è più sicuro
L’inaugurazione dei lavori di consolidamento del palazzo che era privo di fondamenta, recuperata la facciata, organizzati gli uffici
BRONI – Il Complesso Bandistico Bronese ha salutato con l’inno nazionale la conclusione dei lavori di ristrutturazione dello storico palazzo Arienti, sede del municipio, nella centralissima piazza Garibaldi. Dopo la benedizione del parroco don Gian Paolo Civillini, il sindaco Antonio Riviezzi ha accolto autorità, cittadini e personale nella sala consigliare, per illustrare nel dettaglio gli interventi eseguiti. «Abbiamo deciso di presentare pubblicamente alla cittadinanza i lavori – spiega Riviezzi – perché questo palazzo ha un’importanza rilevante nella nostra comunità, anche storico-culturale. Tutto era iniziato col recupero della facciata esterna, durante il mio primo mandato, della sala consigliare, attingendo anche a contributi della Fondazione Cariplo, e degli arredi storici. Infine il consolidamento statico del palazzo municipale, che è privo di fondamenta. Chi ha frequen- tato negli anni scorsi la sala consigliare ricorderà di una crepa evidente, con l’edificio che si stava aprendo in direzione Nord. Vi lavorano quotidianamente una cinquantina di persone ed è aperto a tutta la cittadinanza, dunque la sicurezza deve essere garantita». «Infine abbiamo deciso di renderlo più funzionale, perché la maggior parte degli uffici erano dislocati al primo piano. – prosegue Riviezzi – Abbiamo recuperato degli spazi non utilizzati al piano terra, spostandovi gli uffici più frequentati. Inoltre uno spazio è stato dedicato alla Polizia Locale, mentre prima il comando era promiscuo ad altri uffici, mancava quindi la necessaria riservatezza. Adesso si può accedere direttamente dai portici. A gennaio, in occasione della ricorrenza di san Sebastiano, patrono dei vigili, ci sarà un momento di presentazione». Soddisfazione espressa anche dall’assessore ai Lavori pubblici Cristina Varesi: «Ricordo che i lavori si sono svolti senza interrompere l’attività del comune, ringrazio quindi l’impresa che è riuscita a non creare disagio, nonostante la complessità degli interventi. Così come siamo grati a tutti coloro che hanno seguito il cantiere». Un lavoro certamente complesso, come sottolineato nella sua dettagliata relazione, dall’ingegnere Davide Gramegna, uno dei progettisti: «Abbiamo impiantato nel terreno 153 micro pali che scen- dono a meno 20 metri per raggiungere la parte più solida del sottosuolo, che sono stati inseriti tramite dei macchinari di grandi dimensioni, utilizzati anche in spazi ristretti. – spiega – Successivamente si è provveduto al consolidamento degli archi e delle volte con materiali innovativi, del solaio con reti metalliche e delle travi a spessore variabile, dei muri portanti, creando una fascia solida che incrementa la capacità di contenere le varie sollecitazioni: 36 tiranti ancorano la facciata». Al termine della presentazione un buffet per i presenti.
Franco Scabrosetti

