Il beato Grassi, padre dei poveri
Di Daniela Catalano
Nel giorno dedicato a santa Lucia, il 13 dicembre, la Chiesa fa memoria anche del beato Antonio Grassi, sacerdote oratoriano, innalzato sugli altari da Leone XIII nel 1900. Battezzato con il nome di Vincenzo, il beato nasce a Fermo, nelle Marche, il 13 novembre 1592, in una famiglia molto ricca. Da ragazzo studia presso un prete e frequenta la chiesa di Santo Spirito dei Padri dell’Oratorio, nella cui congregazione entra l’11 ottobre 1609, prendendo il nome di Antonio. In città gli oratoriani sono presenti dal 1586, per volontà del fondatore, san Filippo Neri. Il 17 dicembre 1617 Antonio è ordinato sacerdote e si distingue per l’impegno catechistico, soprattutto nel preparare i ragazzi a ricevere i sacramenti, e per l’attenzione verso gli infermi e i carcerati. Trascorre molte ore nel confessionale, affermando che il compito principale del sacerdote è compatire, aiutare e consolare. Nel 1625 il beato va pellegrino a Roma per lucrare l’indulgenza del Giubileo e visita i luoghi di san Filippo. Nel 1635 è eletto Preposito dei Filippini nella sua città, e lo resta fino alla morte. La gente è affascinata dalla semplicità misteriosa e profetica del sacerdote che è chiamato “angelo di pace” e “padre dei poveri” per la grande carità che lo porta a distribuire persino i propri indumenti. Grassi nutre anche una profonda devozione per la Vergine Maria, manifestata con numerosi pellegrinaggi a piedi alla Santa Casa di Loreto, nel cui santuario, il 4 settembre 1621, rimane illeso da un fulmine che brucia le sue vesti. I Papi Clemente X e Innocenzo XI tengono in grande considerazione il sacerdote che, un giorno, mentre si trova a Monte San Giusto, guarisce il ginocchio di una donna. Ai confratelli che lo rimproverano per l’eccessiva generosità, Antonio ricorda di confidare sempre nella Provvidenza. Predice anche la sua morte quattro anni prima. Quando, poi, si ammala, Grassi è assistito dall’arcivescovo di Fermo e mentre spira, il 13 dicembre 1671, a 79 anni, esclama: «Che bella cosa il morir figlioli di san Filippo». Il suo corpo si trova nella cripta della cattedrale di Fermo. La Congregazione dei Filippini lo celebra il 15 dicembre.
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