«Essere una cosa sola consacrati nella verità»
Il 4 giugno la Messa per la Curia
TORTONA – Mercoledì 4 giugno gli impiegati e i volontari degli Uffici di Curia si sono ritrovati nella cappella dell’Episcopio per partecipare alla Messa mensile celebrata dal vescovo, alla presenza di don Paolo Padrini, segretario episcopale e di don Augusto Piccoli, cappellano della Polizia di Stato di Alessandria e Asti. Mons. Marini nell’omelia rivolgendosi ai presen- ti ha commentato il brano del Vangelo della liturgia del giorno. La pagina dell’evangelista Giovanni (Gv 17,11-19) «raccoglie parte della grande preghiera sacerdotale di Gesù, – ha spiegato il vescovo – ovvero quella preghiera con la quale il Figlio ha preso dal proprio cuore ciò che maggiormente era importante, decisivo per la vita dei suoi discepoli, per la vita della Chiesa e l’ha presentata al Padre, perché l’ascoltasse e perché portasse a compimento con tre grandi domande che riguardano tutti noi». Mons. Marini si è, poi, soffermato sulle tre domande, analizzandole singolarmente. Nella prima Gesù chiede che noi siamo una cosa sola, cioè chiede il dono della comunione, dell’unità, dell’amicizia, della concordia, perché ha voluto metterci in qualche modo al riparo dal divisore per eccellenza, il quale non vuole la nostra comunione e ha voluto custo- dirci dal pericolo dell’inimicizia, della discordia, della divisione. Nella seconda domanda Gesù chiede che noi possiamo essere pieni di gioia, sperimentare la pienezza della gioia. «Tutti quanti noi – ha detto il vescovo – siamo continuamente tentati di non guardare, di non contemplare, di non gustare i motivi molteplici per cui siamo chiamati a vivere nella gioia, nel rendimento di grazie, nello stupore, nella meraviglia». Per questo il Figlio ha chiesto al Padre che fosse custodita in noi la gioia, «la gioia a motivo dei doni che abbiamo, la gioia, la gratitudine, lo stupore per ciò che è la vita, la nostra vita». Nella terza domanda Gesù chiede che tutti siamo consacrati nella verità che vuole dire essere una cosa sola con Lui. Cristo chiede che noi possiamo vivere «una relazione di amore forte, intensa, profonda con me» e che rimaniamo uniti a Lui come il tral- cio alla vite, con la stessa passione d’amore che Lui ha per noi. Gesù, infatti, vuole che la «nostra vita di fede sia custodita in questo incontro a tu per tu con il Signore». Il Figlio di Dio «ha visto quali sarebbero stati i grandi pericoli nel cammino della nostra fede e li ha voluti anticipare con questa preghiera, mettendoli nella custodia dell’amore del Padre». Concludendo, Mons. Marini ha invocato lo Spirito Santo perché aiu- ti tutti «a essere una cosa sola, nella pienezza della gioia e consacrati nella verità».