Case sospese nel tempo
Di Pier Luigi Feltri
Crociglia, frazione di Zavattarello, è un paese piccolo ma curatissimo, con case in pietra e legno che sembrano sospese nel tempo. Nel cuore del borgo si erge l’Oratorio di san Domenico, eretto nel 1725. Originariamente di proprietà del signor Megardi di Castelnuovo Scrivia, fu poi ceduto al maestro Ernesto Zanotti di Zavattarello, che lo donò alla popolazione. Sulla sinistra della facciata si trova la “Burèla”: un enorme sasso tondeggiante, già protagonista di un antico rito nuziale. Durante i matrimoni gli amici degli sposi lo facevano rotolare lungo le vie del paese aiutandosi con paletti, cercando di non farlo uscire dalla traiettoria prestabilita. Questo gesto era un simbolo di buon auspicio per la nuova coppia. La piazzetta lastricata sulla quale si affaccia l’oratorio è il cuore pulsante della frazione. Gli abitanti chiamano questo luogo “il Piasò”, un nome inciso anche sulla targa di legno appesa fuori dall’oratorio. È solo uno dei tanti cartelli sparsi per il borgo che raccontano i nomi antichi delle sue vie, quasi fossero piccoli tasselli di una storia da riscoprire. Un’altra targa indica, per esempio, “La Pila”: il nome della contrada deriva in questo caso dalla presenza di una sorgente. L’acqua, bene fondamentale per uomini e animali, era ritenuta quasi sacra. Non SANTI E BEATI di Daniela Catalano Basilide: il soldato martire è un caso, forse, che la sorgente somigli a una sorta di acquasantiera (che in dialetto si chiama, appunto, “pila”). E l’acqua, a Crociglia, è in pratica un filo invisibile che unisce natura, storia e comunità di appartenenza. A tal proposito, il borgo è uno dei pochi a disporre di un acquedotto autonomo, tuttora in funzione, che fu scavato a mano nel 1954 dalle famiglie del paese ed è alimentato da tre sorgenti. Da Crociglia parte anche un sentiero che conduce alle cascate del Morcione, un torrente che nasce tra il monte Calenzone e l’Alpe. I suoi profondi salti sono una delle piccole meraviglie naturali dell’Oltrepò, perfetti per chi cerca una fuga nella natura, pur non priva di qualche difficoltà. Le cascate si trovano, infatti, in una zona piuttosto selvaggia e poco segnalata. Per contro, questi aspetti ne fanno un luogo ancora poco conosciuto e frequentato. Un altro punto di richiamo di Crociglia è la panchina gigante n.163, situata sopra l’abitato, con vista sul castello di Zavattarello. Non lontano dal paesino, il 17 ottobre 1944, sul monte Calenzone si schiantò un aereo Dakota C-47 americano durante una missione di rifornimento ai partigiani. Un monumento a Zavattarello ricorda l’evento.
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