Segnali di speranza per i lavoratori dell’ex Ilva

Visualizzazioni: 22

Restano ancora molti dubbi sull’acquisizione del gruppo e la riconversione energetica

NOVI LIGURE – Nessun piano di chiusura e attività di manutenzione indispensabili per garantire la continuità produttiva e raggiungere il massimo della capacità possibile, assicurando la piena sicu- rezza dei lavoratori. È quanto emerso nel corso del tavolo sull’ex Ilva convocato venerdì 28 novembre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma, al quale hanno partecipato sindacati ed enti locali dove hanno sede gli stabilimenti del gruppo, tra cui Regione Piemonte e il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere. Nell’incontro a Palazzo Piacentini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito che non è previsto alcun ulteriore ricorso alla cassa integrazione, come già illustrato nel corso dell’ultimo tavolo a Palazzo Chigi. I commissari straordinari hanno annunciato il proseguimento della produzione di banda stagnata a Genova e di zincato nello stabilimento di Novi Ligure, con 849 lavoratori in servizio, mentre sa- ranno 701 anziché 1.550 i lavoratori occupati nelle attività di formazione. Un primo sospiro di sollievo per i dipendenti dello stabilimento novese di strada Boscomarengo, che da ieri sono tornati al lavoro per continuare a trattare il materiale già in magazzino, fino a esaurimento delle scorte. Degli oltre 500 lavoratori ancora presenti nello stabilimento novese, attualmente 170 sono in cassa integrazione. «È un segnale importante per il Piemonte, per lo sta- bilimento di Novi Ligure e per i nostri lavoratori. – hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il vicepresidente e assessore al Lavoro, Elena Chiorino e l’assessore alle Infrastrutture Strategiche e alla Logistica, Enrico Bussalino, che era presente a Roma – In un momento di difficoltà accogliamo con piacere ogni segnale di speranza». Una ripresa dell’attività che per ora, però, non dà certezze per il futuro, poiché le scorte presenti in magazzino coprono una decina di giorni di lavoro. Per i sindacati, infatti, quanto detto all’incontro di venerdì scorso non è sufficiente e garantire un futuro lavorativo. Dubbi anche da parte del sindaco Muliere, che ribadisce come rimangano ancora da chiarire i dubbi relativi all’acquisizione del gruppo e alla riconversione energetica: «La preoccupazione nostra e dei lavoratori rimane altissima e la mobilitazione credo che sia inevitabile». In merito all’acquisizione del gruppo, i Commissari hanno confermato il proseguimento dei negoziati con due player che hanno partecipato alla gara, mentre dalla Regione Piemonte rimarcano la necessità di una vendita unitaria dell’asset per garanti- re la tutela complessiva dell’asset strategico dell’acciaio, e di un piano industriale chiaro e concreto. Il ministro Urso ha poi annunciato che, in merito alle nuove iniziative industriali, avvierà nelle prossime settimane un confronto con presidenti di Regione e sindaci. «Più veloce è la decarbonizzazione, più diventa necessario investire subito nelle aree libere – ha aggiunto Urso – favorendo la reindustrializzazione e creando nuove condizioni di occupazione sul territorio».

Federica Riccardi

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *