La monogamia come scelta d’amore stabile

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Contro la crisi delle relazioni. Presentata il 25 novembre la Nota Una caro del Dicastero per la Dottrina della Fede

DI RICCARDO BENOTTI

Il 25 novembre presso la Sala stampa della Santa Sede si è svolta la conferenza stampa di presentazione della Nota dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede intitolata Una caro – Elogio della monogamia, sul valore del matrimonio “come unione esclusiva e appartenenza reciproca”. Il documento è stato illustrato dal cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede e dalla professoressa Giuseppina De Simone, docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sezione San Luigi. Presente al tavolo dei relatori anche Monsignor Armando Matteo, segretario per la Sezione Dottrinale del medesimo Dicastero. La Nota Una caro nasce da una domanda: che cosa rende il matrimonio un legame unico? Il Dicastero per la Dottrina della Fede risponde con un testo che colloca la monogamia nel dibattito attuale, evitando contrapposizioni e proponendo una riflessione capace di leggere le trasformazioni sociali. Nella presentazione, il card. Víctor Manuel Fernández afSOTTO ESAME ferma che l’intenzione è offrire «ragioni e motivazioni che spingano a scegliere un’unione d’amore unica ed esclusiva», capace di generare «un’appartenenza reciproca ricca e totalizzante». Il documento colloca la discussione all’interno di un contesto dominato dallo sviluppo tecnologico, nel quale l’essere umano rischia di percepirsi «come una creatura senza limiti», smarrendo la dimensione di un legame che cresce attraverso responsabilità condivise. La Nota è organizzata in un’introduzione, tre sezioni tematiche e una conclusione. I temi principali riguardano le motivazioni del documento, le nuove forme di unione, la proprietà dell’unità coniugale e l’educazione alla fedeltà. Il testo raccoglie contributi dottrinali e riferimenti culturali per delineare il quadro attuale delle relazioni e della monogamia. Le nuove forme dell’amore e la necessità di una scelta stabile La parte più estesa del documento riguarda le trasformazioni delle relazioni affettive. Il Dicastero richiama le motivazioni che hanno portato alla stesura: “i vari dialoghi con i Vescovi dell’Africa e di altri continenti sulla questione della poligamia” e “la constatazione che diverse forme pubbliche di unione non monogama – a volte chiamate ‘poliamore’ – stanno crescendo in Occidente”. La Nota precisa che la monogamia “non è semplicemente l’opposto della poligamia” ma “è molto di più”, perché riguarda la qualità del legame e la capacità di costruire un’appartenenza non sostituibile. Il testo elenca “diverse derive a proposito dell’amore: moltiplicazione dei divorzi, fragilità delle unioni, banalizzazione dell’adulterio, promozione del poliamore”, segnalando una crescente difficoltà nel mantenere relazioni durature. Il paradosso, osserva il Dicastero, è che mentre le pratiche tendono alla frammentazione, “i grandi racconti collettivi continuano a esaltare il mito del grande amore unico ed esclusivo”. In questo quadro, la Nota presenta la monogamia come scelta positiva, “intimamente legata al fine unitivo della sessualità”, capace di rafforzare l’unione esclusiva e il senso di appartenenza reciproca. L’unità è definita “proprietà essenziale e primaria”, una “comunione di vita” che permette di riconoscere il matrimonio “in tutta la sua ricchezza e fecondità”. Quindi il documento richiama i fondamenti biblici e tradizionali, collocandoli come riferimento interpretativo della ricerca umana di stabilità. L’ultima parte della Nota guarda alla dimensione educativa. Il Dicastero osserva che “il desiderio di un amore monogamico resta inscritto nel profondo dell’essere umano, anche quando i comportamenti sembrano smentirlo”, ma che tale desiderio necessita di percorsi formativi adeguati.

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