Lunga vita al re (Giorgio)

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Di Silvia Malaspina

Caro il mio Giorgio Armani, da pochi giorni hai tagliato il traguardo dei 91 anni, diventando l’incarnazione di una tua celeberrima frase: «Vestiti in modo che quando vedi una tua foto, non sia in grado di attribuirle una data». La tua instancabile creatività continua a sfornare collezioni, sia di alta moda, sia di prêt-à-porter, che riscuotono enorme successo e ti confermano, stagione dopo stagione, l’unico, indiscusso, re della moda. Tuttavia, caro Giorgio, per la prima volta in vent’anni di sfilate della tua linea Armani Privè, non sei stato presente alla sfilata haute couture, tenutasi a Parigi lo scorso 9 luglio. Reduce da una degenza ospedaliera, hai dichiarato: «È la prima volta che non sono a Parigi. Durante questi viaggi respiro l’energia della città, mi carico dell’adrenalina delle prove. Tutto questo mi manca, ma so di poter contare sulla collaborazione di mani e menti capaci, al mio fianco da sempre. Così ho seguito il consiglio dei dottori che mi hanno suggerito di prolungare il riposo». Ti sei confermato, caro Giorgio, un indefesso lavoratore: pur lodando la perizia dei tuoi, non hai voluto fare mancare il tuo sostegno, seguendo le operazioni da remoto: «Se sono arrivato fino a qui è per la concentrazione ferrea e l’attenzione maniacale con cui controllo tutto. Pur non essendo a Parigi ho seguito e curato via video ogni aspetto della sfilata, dalle prove al trucco. Quel che si vedrà ha la mia approvazione e la mia firma». Questa tua zelante e stakanovista dedizione deriva probabilmente dai tuoi inizi umili: vetrinista alla Rinascente di Milano negli anni Cinquanta, hai poi fatto la classica gavetta presso alcune case di alta moda milanesi, per fondare la tua maison nel 1975 e non fermarti più. I tuoi ambiti di azione sono stati e sono per tutti i gusti: dagli abiti delle star di Hollywood, sia di scena per celeberrimi film, sia per le parate sul red carpet, ai jeans, dall’intimo all’abbigliamento sportivo, alle divise per le squadre italiane alle Olimpiadi. Giorgia Meloni, della quale curi molti outfit, facendola apparire una delle donne più eleganti sulla scena politica internazionale, di te ha detto, riportando il sentire di molti: «Giorgio Armani è un grande italiano, capace di trasformare in opere d’arte i materiali che utilizza e far sognare chi indossa le sue creazioni». Sai, caro Giorgio, quel tuo incenerente sguardo ceruleo mi ha sempre ricordato Paul Newman: signorile, professionale, riservato. Auguri, re Giorgio: ti immagino in relax nel buen ritiro nella campagna di Broni, circondato dai tuoi amati animali, mentre pensi a nuovi traguardi!

silviamalaspina [at] libero.it

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