I famigerati “pensierini”

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di Patrizia Ferrando

Scegliere regali per alcuni è un piacere, per altri una poco simpatica incombenza, per altri ancora una mezza tortura. Ma, se i doni da fare alle persone di famiglia e agli amici in occasione di qualche ricorrenza non vanno lasciati al caso, esiste una landa più insidiosa, perché in apparenza non presenta ostacoli. Sto alludendo ai famigerati “pensierini”: i regali, teoricamente simbolici, da far pervenire come ringraziamento a chi ci ha usato una cortesia.

La regola, minima eppure fondamentale, da non perdere di vista quando cerchiamo un regalo consta nel rammentarci di valutarlo da due lati. Due lati, per due espressioni: il dono dovrà testimoniare la nostra attenzione verso il destinatario, palesare il fatto che abbiamo pensato alla sua personalità e ai suoi gusti e, nello stesso tempo, parlare di noi, e quindi non dovremo percepirlo come troppo lontano. In più, non bisognerebbe rifugiarsi in omaggi banali, anonimi, stereotipati. Vediamo di districare la matassa.

Se l’intenzione è, ad esempio, ringraziare un professionista, andrà escluso completamente il piano personale.

«Una pianta risolve tutto!» – diranno tanti, senza sbagliare. Meglio comunque chiederci se nello studio abbiamo visto del verde vivo, e orientarci verso soluzioni non troppo complicate. Per poco impegnativi vasi non enormi, e privi di esigenze di cura complesse. Da evitare rimangono le confezioni accattivanti e fiorite, tuttavia destinate ben presto a perdere colore e vitalità, per caratteristiche naturali o perché forzate in serra.

Tralasciate senza rimpianti, tra le alternative, soprammobili e oggetti da scrivania, andando invece a considerare la gastronomia e i libri, seppur con qualche accortezza. Non bisogna pensare di far bella figura acquistando dall’aria pseudo lussuosa. Tra le fortune di essere italiani c’è quella di godere di vasta scelta tra olii e vini, e ottimi prodotti, dai tesori da forno al cioccolato, per accompagnarli. Se non siete intenditori, fatevi consigliare, e non aggiungete troppi orpelli alla scatola. Il libro va comunque gestito: quando non c’è confidenza, meglio scartare a priori i romanzi, lasciare molto, molto in subordine poesia e saggistica, guardando invece al settore dei vecchi libri strenna, o dei, non privi di fascino, coffee table books, i libri illustrati e fotografici, purché in edizione davvero raffinata. A dare un significato gentile al vostro “pensiero”, però, sarà soprattutto il biglietto di accompagnamento: scrivetelo sempre e, anche in due righe, ponete sincerità.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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