Sull’Antola con vescovi, partigiani e boscaioli
Il Giubileo della montagna e il nuovo libro di Alessio Schiavi di cui si parlerà il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo
Domenica prossima la montagna “fiorita” della Diocesi è pronta ad accogliere alle ore 11 Mons. Guido Marini per la festa di san Pietro. L’Antola (dal greco “anthos” cioè “fiore”), la cima dell’Appenino ligure che unisce due regioni, Piemonte e Liguria, e due Diocesi, Genova e Tortona, nei secoli è stata crocevia di antichissimi percorsi tra costa e pianura, cerniera tra il mondo padano e quello marittimo. In migliaia hanno calcato i sentieri delle vallate dello Scrivia, del Trebbia e del Borbera e sono saliti alla croce sulla vetta di quella che è diventata punto di riferimento nel “pellegrinaggio”, laico e religioso, di uomini e donne, di Resistenza e di avventura, di lavoro e di spensieratezza. E proprio per non dimenticare quanti hanno fatto la storia del “monte dei Genovesi”, quest’anno, in occasione della festa, sarà presentato un piccolo ma prezioso libro che racconta alcune pagine di un lungo e glorioso passato. Vescovi, partigiani e boscaioli d’Antola (Officine Gutenberg Editore) è la nuova “creatura” di Alessio Schiavi, classe 1975, infer- miere presso l’Istituto Cardiovascolare di Camogli, con la passione per l’escursionismo e la storia locale, con l’Antola nel cuore. Dopo aver pubblicato Siamo andati in Antola (Croma, 2011), La Catena dell’Antola (Parodi, 2015), Monte Reale (Sagep, 2019) e altri volumi e ricerche, questa volta Schiavi, con il sostegno del Parco Naturale Regionale dell’Antola, ha dato alle stampe per le Officine Gutenberg di Piacenza, un testo interessante e curioso che vuole essere l’inizio di un’interessante avventura. «Il libro – come spiega Schiavi – inaugura una collana di racconti in due uscite annuali: a giugno in occasione della tradizionale festa di San Pietro e a Natale, come idea per una strenna natalizia che riporti alla mente ricordi e storie, ma anche interviste, attualità del monte e vicende della zona delle Quattro Province, dei valichi e delle vette che compongono questo geografico caleidoscopio di natura». La prima uscita, preparata per la festa del 29 giugno, che quest’anno sarà anche il Giubileo della montagna, è un’occasione per ricordare i 25 anni dalla ricostruzione della chiesetta del Cristo Redentore e per l’80° della Liberazione. I protagonisti della pubblicazione sono… vescovi, partigiani e boscaioli. Tre sog- getti molto diversi, ma che sull’Antola hanno trovato un elemento di unione e di incontro. La prima parte del lavoro di Schiavi è dedicata ai presuli che a partire dal XVIII secolo sono giunti sul monte. Ben 7 vescovi – più un cardinale – hanno pregato sull’Antola, rivolgendo lo sguardo verso l’azzurro del cielo e la sconfinata pianura. Il primo fu Tommaso Reggio, arcivescovo di Genova poi proclamato beato che salì nel 1894 e volle con la sua presenza sancire lo stretto legame tra la Diocesi genovese e quella tortonese accomunate da una cima in territorio ligure ma appartenente alla Chiesa di San Marziano. Il secondo vescovo a salire fu Igino Bandi, per ben due volte. La prima nel 1902, tre anni dopo l’apertura al culto della piccola chiesa intitolata a Cristo Redentore. Nel 1907 Mons. Bandi tornò in Antola, domenica 4 agosto, per benedire la croce sulla vetta con “una festa solenne e commovente, che resterà indimenticabile”, come raccontano le cronache del tempo. Se prima della costruzione della cappella, la festa dell’Antola era legata al solstizio d’estate e poi alla solennità di san Giovanni Battista, dal 1900 si cominciò a celebrare il Sacro Cuore, il primo venerdì di agosto, fino al 1911, ricorrenza che fu poi fissata alla prima domenica dello stesso mese. Solo in seguito divenne usanza festeggiare i santi Pietro e Paolo il 29 giugno. Dopo la metà degli anni ’40, questa rimase l’unica ricorrenza. E soprattutto grazie a don Pietro Cazzulo, dalla fine degli anni ’60 a oggi, si è sempre ripetuta, senza mai un’interruzione. Il 21 agosto 1923 si ha memoria di un veloce passaggio dall’Antola di Mons. Simon Pietro Grassi, durante la visita pastorale. Poi bisogna attendere l’arrivo di Monsignor Martino Canessa, già vescovo ausiliare a Genova, che ben conosceva la montagna e la sua gente. Nel 1997 il nuovo vescovo, giunto a Tortona nell’aprile 1996, salì in Antola insieme ai giovani che erano tornati dalla Gior- nata Mondiale della Gioventù di Parigi e benedisse la prima pietra di una costruzione più ampia della cappella del Redentore che nel frattempo era diventata fatiscente. Domenica 25 giugno 2000 è un’altra data storica, perché in “una giornata tra terra e cielo”, nel cuore dell’Anno Santo, ancora una volta con Mons. Canessa, si celebrò per la prima volta il Giubileo sull’Antola, alla presenza di circa 2000 persone. Nel frattempo, nel 2005, iniziò la costruzione di un nuovo rifugio. Il 1° luglio 2007, per i 100 anni della croce, completamente restaurata, a benedire la nuova costruzione fu di nuovo Monsignor Canessa, per la terza volta in Antola. Gli anni passano e i vescovi cambiano. Nel 2016 sono addirittura due i vescovi che salirono in montagna: Mons. Vittorio Viola, subentrato al vescovo Martino e Mons. Niccolò Anselmi, ausiliare di Genova, in un momento che vide “l’abbraccio di due diocesi, l’incontro di tre vallate» con la Messa concelebrata insieme. Nel 2024 arrivò un altro vescovo genovese: è Mons. Guido Marini che è alla guida della Diocesi tortonese dal 2021. Come racconta Schiavi, il vescovo giunse a piedi in perfetta tenuta da escursionista. E “don Guido”, come lo chiamano in molti, presiedette la Santa Messa nella solennità dei santi Pietro e Paolo. Nel 2010, in occasione di un bivacco organizzato dal rettore del Seminario maggiore di Genova, in via informale, è salito a piedi al monte, immerso nella nebbia, anche il cardinale Angelo Bagnasco, all’epoca arcivescovo di Genova e presidente della Cei. Unico porporato giunto in Antola! E il settimo vescovo a chiudere la schiera episcopale è monsignor Pietro Zuccarino, originario di Busalla e ultimo vescovo di Bobbio dal 1953 al 1973, quando fu unito a Piacenza. Quest’anno, nel cuore del Giubileo della Speranza, la chiesetta in Antola, a 25 anni dalla sua riedificazione, diventerà nuovamente luogo giubilare per un giorno, domenica 29 giugno e accoglierà per la seconda volta Mons. Marini. Schiavi dopo il lungo excursus, si sofferma brevemente sul ricordo della presenza dei partigiani e del grande Bisagno in Antola e poi riporta il racconto di Samuele Arrigoni, classe 1931, di Pontida, che per sei anni aveva vissuto sui monti, quando, negli anni ’50, arrivarono i boscaioli bergamaschi per tagliare le piante delle faggete e ricavarne ottimo legno. Nella narrazione sembra di sentire ancora i rumori d’ascia e di sega salire oltre la croce, assieme alla musica e a tanta nostalgia di un tempo che fu.
Daniela Catalano