Santa Rita ha saputo costruire ponti
La celebrazione presieduta da Mons. Marini in onore della santa nel quartiere Pombio a Voghera
VOGHERA – Grande partecipazione per le celebrazioni in onore di santa Rita nella parrocchia di Gesù Divin Lavoratore nel quartiere di Pombio, culminate nella S. Messa solenne di giovedì 22 maggio, presieduta dal vescovo Mons. Guido Marini. L’evento ha rappresentato il cuore di una tre giorni intensa di preghiera e devozione, che ha visto la comunità raccogliersi nei giorni precedenti attraverso l’adorazione eucaristica, i vespri, il Rosario e la tradizionale benedizione delle rose. Mons. Marini ha esortato i fedeli a guardare a santa Rita non solo come mediatrice potente, ma come modello autentico di vita cristiana: «Rita è una santa particolarmente cara: immediatamente avvertiamo come naturale l’esigenza di rivolgerci a lei per chiedere ciò di cui abbiamo bisogno». Il vescovo ha invitato ad andare oltre la devozione occasiona- le, approfondendo tre aspetti fondamentali che rendono la sua figura viva e attuale per ciascuno di noi. Anzitutto, ha sottolineato il legame profondo e personale che S. Rita ha vissuto con Gesù: «Rita ha vissuto una relazione di amore che totalmente l’ha coinvolta, ha ama- to il Signore fino a diventargli simile anche nei segni esteriori della passione». Un invito, per ogni cristiano, a riscoprire il cuore vivo della propria fede. Il secondo tratto emerso è quello della capacità di Rita di generare comunione e perdono: «In una rete di discordie, divisioni e odio, è stata un seme di amore e di unità. Ha saputo perdonare, ha saputo amare davvero, ha saputo unire i cuori, ha saputo generare comunione dove vi era la divisione». Mons. Marini ha richiamato così le parole del Papa: “Oggi è il tempo dell’amore e dell’unità”, sottolineando come S. Rita sia stata profetica testimone di questo tempo, capace di costruire ponti dove altri alzavano muri. Infine, ha ricordato la dimensione profonda della preghiera nella vita della santa: «S. Rita è stata una donna di grandissima preghiera non solo perché si raccoglieva in momenti dedicati, ma perché la sua vita era diventata una preghiera. Era il cuore del suo cuore, una disposizione continua del suo spirito». Un invito potente a vivere una spiritualità incarnata che trasforma l’esistenza quotidiana. Il vescovo ha poi impartito la benedizione sui bambini. «Il Signore non perde mai di vista nessuno, soprattutto i più piccoli. – ha detto – Benedire i bambini è lasciare che lo sguardo del cielo si posi su di loro con tenerezza e forza.» Un gesto semplice, ma pieno di significato, che ha commosso l’intera assemblea. Un momento sim- bolico e carico di emozione è stato quello finale della benedizione del- le rose. «La rosa nella vita di S. Rita simboleggia che è stata bella e profumata come una rosa. Chi guardava Rita si sentiva portato verso l’alto, verso Dio. – ha dichiarato il vescovo – Allora per noi oggi avere questa rosa in mano è un gesto di fede, perché noi con questa rosa in mano chiediamo a S. Rita di poter essere come lei». La festa di S. Rita si è rivelata una chiamata alla santità ordinaria, che fiorisce nei cuori semplici, nella fedeltà quotidiana e in una vita che, come la rosa, «sa di cielo».
Suor Roberta Cucca