Labubu, chi sono costoro?
Di Silvia Malaspina
Cari i miei Labubu, ho scoperto la vostra esistenza leggendo articoli sulle file chilometriche formatesi sotti i portici della Rinascente di Milano, dove lo scorso 9 giugno è stato inaugurato uno store monomarca a voi dedicato. Lo strano fenomeno per cui migliaia di persone si sono incanalate nell’attesa dell’apertura già dalle 2 di notte, ha suscitato curiosità e sconcerto, poiché voi, cari Labubu, altro non siete che colorati mostrini pelosi, con orecchione e dentoni, che mezzo mondo definisce «cute», carini. Siete dei piccoli peluches da appendere alla borsa, quindi non introducete nulla di rivoluzionario: sono anni che vediamo pompon colorati penzolare da quei monolocali in miniatura che sono le borse di noi signore. Dunque, il vostro stratosferico e trasversale successo deve dipendere da qualche altro fattore. Pare infatti che gli screziati e cosmopoliti clienti del negozio meneghino spazino dalle ragazzine che spasimano per postare su Tik Tok l’ultimo acquisto, alle “sciure” che vogliono conferire un twist contemporaneo al look, alle nonne che smaniano per fare una sorpresa alle nipoti, ai “maranza” che tentano di accaparrarsi il maggior numero di voi Labubu, per poi rivendervi a prezzi da borsa nera. Che cosa si nasconde, quindi, dietro questa ossessione collezionista, di fronte alla quale la Tamagotchi mania di fine anni ’90 impallidisce? Facendo della semplice psicologia da salotto potremmo pensare che voi, elfi orecchiuti, creati nel 2015 dall’artista Kasing Lung, raccontiate bene il bisogno di leggerezza e di dolcezza, il fascino per un mondo di fantasia, il desiderio di un ritorno all’infanzia come luogo di protezione. La cosmogonia di voi Labubu, narra che si possa comprare una Blind Boxe contenente uno di voi, oppure direttamente il set da sei (prezzo singolo 19,20 euro, prezzo per il set 115,20). Sono proprio queste scatole misteriose ad aver aiutato a creare il fascino per voi pupazzetti: fino a quando non vengono aperte non si sa quali colori siano capitati, e se si abbia avuto la fortuna di trovare il rarissimo secret labubu che compare solo ogni 72 scatole. Questo è il sistema che crea l’ansia da collezione, una strategia di marketing vincente che ha fatto sì che i ricavi di Wang Ning, l’imprenditore che vi ha prodotto, siano schizzati così in alto da renderlo in breve tempo il 68esimo più ricco imprenditore cinese. Che dirvi, cari Labubu? Sarò irrimediabilmente démodé, ma io preferisco collezionare le mie amate calamite da appendere al frigo, acquistate a cifre irrisorie ogni volta che mi reco in un luogo mai visitato.
silviamalaspina [at] libero.it