Hai visto Villalvernia?
Di Pier Luigi Feltri
Villalvernia si trova lungo la riva destra dello Scrivia, tra Tortona e Serravalle. Il nucleo originario, raccolto sulla collina, è accompagnato da una parte di abitato più recente, disteso nella pianura sottostante. Questa duplicità urbanistica racconta già la sua storia: la collina offriva una posizione più facilmente difendibile nei secoli passati, mentre la pianura ha accolto, in epoca moderna, le nuove case, le attività artigianali e agricole, le vie di scorrimento. Le origini del borgo risalgono all’età medievale, quando era noto come Villa Albernia, nome che probabilmente deriva dalla famiglia Alvernia, feudataria di queste terre. Nei secoli, il territorio passò poi agli Spinola e ai Passalacqua. La struttura del paese alto conserva l’impianto tipico dei borghi medievali. Del castello, trasformato nel corso del tempo in residenza privata, rimangono riconoscibili le forme rinasci- mentali. La struttura fu convertita per un periodo in convento di clausura dalle suore della Visitazione di Porto Maurizio. La chiesa del castello è una costruzione semplice nelle linee ma armoniosa nelle proporzioni, ben inserita nel contesto del borgo anti- co. Custodisce le spoglie del generale Giuseppe Passalacqua, eroe risorgimentale caduto nella battaglia di Novara del 1849. La vita religiosa e comunitaria di Villalvernia si concentra però oggi nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, situata nella parte bassa del paese. La costruzione, in stile neoclassico, è ampia e luminosa, e fu edificata tra il 1841 e il 1848. La volta ottagonale è decorata con gli affreschi dei quattro evangelisti, mentre sull’altare campeggia una tavola del 1586 raffigurante l’Assunzione, attribuita a Giovanni di Romanino. Tra le opere più significative, anche un’Ultima Cena di Adriano Sicbaldi e le tele di Pietro Mietta presso le cappelle laterali. Ai limiti orientali del paese sorge la cappella dedicata alla Madonna del Monte Grappa, costruita in seguito al voto che fecero le mamme di Villalvernia quando i loro figli partirono per la Prima Guerra Mondiale. Un’altra cappelletta, edificata dalla famiglia Gritta, si trova nei pressi di Carezzano e ricorda una delle pagine più dolorose della storia del paese: il bombardamento del 1° dicembre 1944. Quel giorno gli aerei alleati colpirono per errore il centro abitato, causando la morte di oltre 100 civili e distruggendo gran parte delle case. Anche la cappelletta originaria fu rasa al suolo e ricostruita nella posizione attuale dopo la fine della guerra.
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