Gesto vile di un professore

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Di Silvia Malaspina

Caro il mio Stefano Addeo, devo rivolgermi a te con l’appellativo “caro”, poiché questo è il titolo della rubrica, ma ti notifico che, in seguito agli incresciosi fatti di cronaca di cui sei stato recentemente protagonista, mi risulta un po’scomodo. Il caso è noto: tu, professore di tedesco in un liceo del Napoletano, hai pubblicato su Facebook un post in cui auguravi a Ginevra, figlia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “la sorte della ragazza di Afragola”, la quattordicenne Martina Carbonaro vittima di femminicidio. Non contento di tale prodezza, hai al- largato il raggio d’azione e nel tuo mirino, o meglio sotto i tuoi furiosi polpastrelli da tastiera, sono finiti anche i figli del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e di quello dei Tra- sporti Matteo Salvini. La reazione di solidarietà nei confronti di Meloni e degli altri ministri è stata immediata e bipartisan. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le ha telefonato per manifestarle la piena vicinanza sua personale e delle istituzioni. Sulla vicenda è intervenuta la stessa Meloni, con un post sui social: “Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire”. Non posso che concordare: vedi, Addeo, dobbiamo difendere a spada tratta la libertà di opinione: se i ministri ora al Governo non incontrano il tuo favore, è giusto che tu esprima dissenso, ma rispettando i canoni del civile dibattito politico. Colpire in modo violento e volgare i figli, per altro minorenni, per attaccare i genitori, è un atto di inqualificabile viltà, tanto più grave poiché se ne è reso protagonista un insegnante, colui che dovrebbe forgiare ed educare le menti dei giovani. In seguito alla tua identificazione hai scritto una lettera pubblica a Giorgia Meloni in cui ti dicevi pentito e chiedevi di poterla incontrare per scusarti. Poco dopo hai ingerito decine di pillole e alcolici, sei stato soccorso dai carabinieri, portato in ospedale e sottoposto a una lavanda gastrica. Al momento sei stato, vivaddio, sospeso dall’insegnamento e sei in attesa di conoscere quale procedimento penale verrà adottato nei tuoi confronti. Visto che ami navigare in rete, conoscerai questo celeberrimo aforisma: “Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini”. Se si persevera nel colpire i bambini, “caro” il mio Addeo, il nostro spicchio di paradiso sarà irrimediabilmente perduto.

silviamalaspina [at] gmail.com

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