Gestire le relazioni interculturali e generazionali

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Il pomeriggio di confronto e dialogo delle suore giovani organizzato dall’Usmi diocesana

TORTONA – Sabato 14 giugno presso la Casa Madre delle Piccole Suore Missionarie della Carità dell’Opera Don Orione si è tenuto l’incontro organizzato dall’Usmi diocesana per le Giovani Suore dal tema “Affrontare e gestire le relazioni interculturali e generazionali nelle nostre comunità” che ha avuto come relatore il cappuccino padre Pierangelo Chiera, maestro dei Novizi nel convento di Tortona. Dopo la presentazione delle suore partecipanti, padre Pierangelo ha esaminato con cura il tema offrendo dei punti comuni su cui dialogare e confrontarsi. Ha iniziato spiegando la parola multiculturalità, termine che indica le culture che coabitano in uno stesso contesto storico, l’una vicino all’altra, una pluralità di culture. Poi il termine “Inter”, che esprime il processo dinamico, inteso di apertura e di scambio in comunicazione e dialogo tra gruppi che si vogliono incontrare, quindi con una volontà di base che non è scontata ma che va desiderata e raggiunta con impegno, e nell’internazionalità che non esaurisce la complessità e la pluralità di culture odierne in un contesto preciso. Padre Chiera ha poi spiegato che l’interculturalità va oltre la coesistenza, la convivenza, va verso l’incontro dell’altro e necessita di un impegno concreto per conoscersi e che nessuna cultura ha il diritto di dominare sulle altre. L’interculturalità è un processo voluto e cercato e ha come obiettivo il passaggio da un processo storico multiculturale a un processo intenzionale e volontario – interculturale – che promuove la convivenza in una prospettiva evangelica. La formazione interculturale ha l’o- biettivo di trasformare la mentalità di ciascuno per uscire dai confini della propria cultura ed entrare nell’altra, acquisire una identità relazionale e promuovere una coscienza della comune apparte- nenza per testimoniare la convivialità delle differenze (un unico corpo con membra diverse). Per raggiungere questo obiettivo ci sono delle tappe da percorrere: saper riconoscere la diversità, un decentramento da se stessi; l’assunzione della diversità nella capacità di penetrazione; la comu- nione della diversità nella capacità di negoziazione. Padre Chiera si è soffermato poi sul significato della parola “Cultura” che è da considerarsi una realtà dinamica e plurale, un insieme di valori e di significati condivisi da un gruppo, ma con significati diversi, nonostante si viva tutti l’esperienza umana. Esistono tante culture quanti sono i gruppi che condividono valori e significati. La cultura è da considerarsi un prodotto umano ed esiste perché esistono le persone; non è un concetto geografico. Nessuno può vivere fuori da una cultura così come nessuno può avere una visione completa e assoluta della realtà. A partire da questi contenuti preziosi le partecipanti hanno lavorato suddivise in tre gruppi condividendo l’esperienza di vita e rispondendo alle domande proposte condivise in sala anche alla presenza di Mons. Guido Marini che ha salutato le giovani suore e ha portato il suo contributo, soffermandosi su tre punti. Le culture si intrecciano tra loro e si arricchiscono; la diversità porta a un mondo sconosciuto e apre a cogliere la ricchezza del nuovo, del diverso, sia a livello culturale sia generazionale. Necessario è partire da un pensiero, una prospettiva positiva, che doni qualcosa che prima non c’era: le culture quando si incontrano si purificano reciprocamente e fanno crescere, cogliere la diversità che diventa positiva. Altro aspetto da tener presente è che spesso l’ostacolo blocca, occorre, invece, vederlo come una vera opportunità. Nella luce della fede c’è l’esempio di Gesù che dalla morte è passato alla resurrezione. Il vescovo ha sottolineato che non si deve dimenticare che c’è una dimensione spirituale da tenere sempre presente: lo Spirito Santo apre a dimensioni nuove e questa esperienza è per tutti, personale, di comunità e anche di ogni famiglia. Arricchiti da questi contenuti che hanno illuminato la mente e aperto il cuore e dalla preghiera del Vespro, le suore hanno condiviso la mensa allietata da canti e balli di diverse culture ringraziando il Signore per il pomeriggio vissuto insieme.

Usmi Diocesi Tortona

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