Aprono “Il pozzo di Giacobbe” e “Il giardino di Francesco”

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Il nuovo dormitorio e il centro diurno per persone fragili nati dall’allenza tra Cisa, Caritas e Agape. Due strutture che saranno «luogo di incontro e di aiuto non solo materiale, ma anche spirituale» per quanti sono in difficoltà

TORTONA – Nel pomeriggio di giovedì 5 giugno, in via Sada, sono stati inaugurati il dormitorio femminile “Il pozzo di Giacobbe” e il centro diurno “Il giardino di Francesco” rivolto a persone in situazione di fragilità sociale, realizzati grazie alla sinergia tra la Caritas diocesana, la cooperativa sociale Agape che è il braccio operativo e il Cisa (Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale). Alla cerimonia, che si è svolta nella sede della mensa solidale “Boggio Sola”, che ospiterà pure “Il giardino di Francesco”, erano presenti il vescovo Mons. Guido Marini, il sindaco Federico Chiodi, il presidente del Consiglio comunale Giovanni Ferrari Cuniolo, l’assessore ai Servizi sociali Giordana Tramarin, il presidente del Cisa, Gianluca Silvestri, il presidente della Fondazione CR Tortona, Pier Luigi Rognoni e il parroco della Cattedrale, don Claudio Baldi. Il direttore della Caritas diocesana, Luca Simoni, ha fatto gli onori di casa e ha ringraziato la Diocesi, le istituzioni e, in modo particolare, il Cisa che hanno collaborato attivamente e con impegno nella realizzazione delle due realtà socioassistenziali. Anche il sindaco ha espresso gratitudine per quanto è stato fatto e ha garantito la vicinanza e il sostegno dell’amministrazione comunale alle opere sociali a favore delle categorie più deboli e più disagiate. Il referente Agape per “Il Giardino di Francesco”, Emanuele Caspani, ha brevemente illustrato quali saranno le attività che si svolgeranno. La parola è poi passata al vescovo che ha sottolineato come le due realtà sono indicative di una città capace di accogliere, perché «l’accoglienza non è astratta ma si realizza attraverso la vita e il cuore di tutti quanti noi» e sono anche il frutto di una sinergia tra vari enti cittadini, tra cui il Cisa, a testimonianza di come sia possibile operare insieme per il bene del prossimo. Ricordando sant’Agostino che esortava a non fermarsi mai nella ricerca del bene, Mons. Marini ha invitato a non abbassare mai l’attenzione sui bisogni umani che sono sempre presenti e, in questo tempo, anche in crescita. «La gioia di questo giorno non deve limitare le prospettive che abbiamo davanti, – ha detto – proprio con il desiderio di rendere l’accoglienza sempre più luminosa, più bella e più vera». Il vescovo, inoltre, citando santa Teresa di Calcutta, ha ricordato come «l’operare a favore degli altri discende da un cuore che è cambiato, che si è rinnovato, che è stato toccato dall’amore di Dio, che mette dentro di noi una necessità e un desiderio di dimenticarci per donarci agli altri, perché è una festa poter donare la propria vita a chi ha necessità ed è nel bisogno». E ha concluso con l’invito a ringraziare il Signore «che ci mette nel cuore generosità, bontà e dedizione, che non è opera nostra, ma opera dell’amore che nutre per noi» e, soprattutto, a fare attenzione di non servirsi mai di coloro che hanno bisogno per ottenere un merito personale. Al termine, tutti i presenti si sono trasferiti nella sede del dormitorio che si trova nei locali dell’ex pensione “Ada”, che si trova di fronte alla mensa solidale. Prima della benedizione dei locali e del taglio del nastro, la responsabile del progetto, Elisa Finocchiaro dell’Agape, ha brevemente spiegato come è stato realizzato il progetto. Mons. Marini ha augurato che questo sia «un luogo di incontro e di aiuto non solo materiale, ma anche spirituale, perché l’uomo non è soltanto bisogno concreto, ma è anche bisogno di cuore e di spirito». Soltanto il Signore, infatti, proprio come fece con la samaritana al pozzo di Giacobbe, può ristorare l’anima e il cuore e ha concluso esortando ad avere sempre dentro di sè «la musica altissima e profondissima della carità» come diceva don Orione. «Le due strutture – come ha spiegato Luca Simoni – sono nate all’interno di un progetto finanziato con fondi europei, legato all’attuazione dei LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali): un insieme di servizi e prestazioni che le amministrazioni pubbliche sono tenute a garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, al fine di assicurare pari opportunità, qualità della vita e interventi efficaci di prevenzione». Il dormitorio, “Il Pozzo di Giacobbe”, pensato per l’accoglienza di donne in situazione di emergenza abitativa, potrà ospitare fino a sei persone, che potranno accedere alla struttura tra le 19.30 e le 20.30 e uscire alle 7.30, dopo la colazione. Le accoglienze avranno una durata indicativa di un mese, ma potranno essere prolungate nel tempo qualora si sviluppi una progettualità condivisa con i servizi sociali e gli enti coinvolti. «Gli spazi – ha aggiunto Simoni – sono stati progettati non solo per essere funzionali, ma anche accoglienti e curati nel dettaglio, con l’obiettivo di offrire bellezza e dignità anche a chi attraversa momenti di grave difficoltà». A supporto del servizio, è attivo un gruppo di volontari che, in coordinamento con il custode, si occuperà dell’accoglienza serale e della presenza notturna. Il centro diurno, “Il Giardino di Francesco”, invece, è aperto a persone in condizioni di vulnerabilità e marginalità sociale. Ogni giorno sarà presente una équipe formata da due operatori sociali, affiancati da volontari, per offrire un luogo sicuro, relazioni significative e opportunità di reinserimento nella vita comunitaria. Il centro diurno sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 13.30 alle 16.30 nei locali della mensa solidale. Le attività proposte, adattabili ai bisogni e alle preferenze delle persone accolte, spazieranno dai percorsi di alfabetizzazione e supporto linguistico, alla stesura di curriculum vitae, al segretariato sociale, fino a laboratori pratici, per valorizzare competenze e stimolare l’autonomia.

Daniela Catalano

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