Il vescovo a Stradella e a Bosnasco
Mons. Marini ha celebrato la Messa della IV Domenica di Avvento
STRADELLA – In occasione della IV Domenica di Avvento, il vescovo di Tortona, Monsignor Gui- do Marini, è stato in Oltrepò pavese a celebrare la Santa Messa, al mattino alle 9 a Stradella e alla sera, alle 18, a Bosnasco. «Siamo molto contenti di averla tra noi in questa Messa domenicale sempre molto partecipata sia dai fedeli di Stradella sia delle frazioni. – ha detto nel saluto l’arciprete di Stradella, don Gianluca Vernetti – Siamo contenti perché porta in mezzo a noi la presenza del Signore che nasce, al termine di questo periodo di Avvento che abbiamo vissuto con impegno». «Gesù sta nascendo davvero di nuovo anche nel mio cuore e nella mia vita?» – la domanda che il vescovo Guido ha posto all’inizio dell’omelia. «Tutti noi, in virtù della fede, abbiamo già conosciuto personalmente la nascita di Gesù in noi. – ha aggiunto – Però siamo consapevoli che la sua presenza nella nostra vita può essere ancora più intensa, ancora più profonda, ancora più vera. Lasciamolo entrare nel nostro cuore e nella nostra vita, ancora di più. Facciamo in modo che Egli sia davvero presente come colui che è il centro e il cuore di tutto, in noi e per noi. Oggi con il ritornello del salmo abbiamo ripetuto più volte “Ecco viene il Signore, re della gloria”. L’aver ripetuto questo ritornello ci aiuta a rispondere a una domanda: ma se questo Signore Gesù viene, sono chiamato ad accoglierlo ancora di più nella mia vita?». Tre sono – ha ricordato il vescovo – le parole che ci possono aiutare a farlo concretamente: “ascoltare” («Ha desiderato rendersi una parola umana udibile dalle nostre orecchie, comprensibile per la nostra intelligenza, adatta a noi che siamo piccoli e Lui si fa parola comprensibile perché questa parola che è lui possa essere luce nel cammino» – ha detto monsignor Marini); “ammirare” («Ammiriamo la bellezza sconvolgente del suo volto perché purtroppo facciamo l’abitudine a tutto, ma non può diventare abituale la bellezza di un Dio che si fa piccolo, che si fa bambino, che si fa debole perché per poter entrare in relazioni di amore con ciascuno di noi») e “abbracciare” («Tante volte nei nostri presepi Gesù bambino è presentato con le sue braccine aperte e che si protendono verso di noi, perché Egli desidera essere con noi per darci il suo abbraccio che salva la nostra vita»). «Se questi tre verbi davvero sono gli avverbi di questi giorni, gli avverbi del nostro Natale, allora sì, Gesù che è nato a Betlemme e di cui faremo memoria il 25 dicembre nascerà di nuovo, nascerà davvero, nascerà di più nella nostra vita e sarà Natale sul serio» – ha concluso il vescovo che, al termine della celebrazione, si è intrattenuto per salutare i fedeli e per uno scambio di auguri.

