Roma capitale della Speranza
Il Giubileo dei giovani. Erano oltre 1 milione ad ascoltare le parole di Papa Leone in un incontro che è già entrato nella Storia, e a pregare durante la Veglia di sabato
DI M. MICHELA NICOLAIS
Roma è stata la Capitale della speranza. Tor Vergata, 25 anni dopo l’incontro di Giovanni Paolo II con i giovani, durante il Giubileo del Duemila, è tornata a essere il motore pulsante di una generazione. Incontrando per la prima volta i giovani del mondo, al culmine del Giubileo a loro dedicato, Papa Leone XIV, accolto da una rappresentanza di 146 Paesi, nella veglia di sabato 2 agosto, che si è conclusa con l’adorazione eucaristica sulle note di “Eccomi”, ha chiesto loro di cambiare il mondo con la forza gentile e sovversiva della fede. «Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza!». «In quest’impegno costante» Prevost ha affidato ai giovani come stella polare sant’Agostino e ha consegnato loro una sua preghiera personale: «Grazie, Gesù, per averci raggiunto: il mio desiderio è quello di rimanere tra i Tuoi amici, perché, abbracciando Te, possa diventare compagno di cammino per chiunque mi incontrerà. Fa’, o Signore, che chi mi incontra, possa incontrare Te, pur attraverso i miei limiti, pur attraverso le mie fragilità». «Attraverso queste parole, il nostro dialogo continuerà ogni volta che guarderemo al Crocifisso: in Lui si incontreranno i nostri cuori. Perseverate nella fede con gioia e coraggio. Grazie!» – ha detto il Pontefice prolungando indefinitamente l’abbraccio di un magnifico tramonto romano. Tre le domande a cui il Papa ha risposto durante la veglia, in spagnolo, italiano e inglese, incentrate su altrettanti temi: amicizia, coraggio e spiritualità. A braccio, ha chiesto di pregare per le due ragazze che hanno trovato la morte mentre viaggiavano verso Roma per il Giubileo e per un ragazzo spagnolo ricoverato al “Bambin Gesù”. «Vogliatevi bene tra di voi» – l’altro intervento fuori testo, unito all’invito a volersi bene in Cristo. «L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada per la pace». «Tra le molte connessioni culturali che caratterizzano la nostra vita, internet e i media sono diventati una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all’informazione e alla conoscenza» – l’esordio del Papa, unito a un’avvertenza importante, sulla scia di Papa Francesco: «Questi strumenti risultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze». «Allora le nostre relazioni diventano confuse, sospese o instabili», perché «quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa merce a sua volta». La vita nasce e cresce grazie ai legami, e in questo processo la cultura svolge un ruolo fondamentale. «Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona» – ha garantito il Papa. L’esempio scelto è quello di Agostino, giovane dalla vita burrascosa che però non si è accontentato, «non ha messo a tacere il grido del suo cuore». «L’amicizia con Cristo, che sta alla base delle fede, non è solo un aiuto tra tanti altri per costruire il futuro: è la nostra stella polare» – ha affermato Papa Leone citando il beato Pier Giorgio Frassati: “Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma vivacchiare”. E poi c’è la scelta per eccellenza, la decisione per la nostra vita: «Quale uomo vuoi essere? Quale donna vuoi essere?». «A scegliere si impara attraverso le prove della vita, e prima di tutto ricordando che siamo stati scelti», – ha detto Leone XIV: «Abbiamo ricevuto la vita gratis, senza sceglierla! All’origine di noi stessi non c’è stata una nostra decisione, ma un amore che ci ha voluti». Poi la citazione delle parole pronunciate 25 anni fa da Giovanni Paolo II, in questo stesso luogo: «È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare». Tra le “scelte radicali e piene di significato”, Papa Leone ha menzionato il matrimonio, l’ordine sacro e la consacrazione religiosa, che «danno senso alla nostra vita». Alla distesa interminabile di giovani che ha affollato la spianata dominata dalla Vela di Calatrava, il Papa ha rivelato il segreto per incontrare Gesù, «l’amico che sempre accompagna la nostra coscienza»: «Ascoltate la sua parola, che è Vangelo di salvezza! Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco». Il consiglio di Leone, mentre cerchiamo il bene, è di chiedere al Signore di restare con noi: «Resta con noi, perché senza di Te non possiamo fare quel bene che desideriamo. Tu vuoi il nostro bene; Tu sei il nostro bene. Chi Ti incontra, desidera che anche altri Ti incontrino, perché la tua parola è luce più chiara di ogni stella, che illumina anche la notte più nera». «Chi crede, non è mai solo» – le parole prese a prestito da Benedetto XVI: «Perciò incontriamo veramente Cristo nella Chiesa, cioè nella comunione di coloro che il Signore stesso riunisce attorno a sé per farsi incontro, lungo la storia, a ogni uomo che sinceramente lo cerca».
(Foto: Ansa, Siciliani/Gennari, Calvarese, Vatican Media, SIR)