Villa Ferrari a Voghera diventa la casa delle mamme

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Il progetto di housing sociale voluto dalla Diocesi e dalla Caritas

Domenica 4 novembre si è tenuto l’Atto Fondativo alla presenza del Vescovo e delle autorità

 

VOGHERA – Domenica 4 novembre si è celebrato l’Atto Fondativo di Villa Ferrari, un progetto di housing sociale per mamme e bambini e donne vittime di violenza voluto fortemente dal Vescovo della Diocesi di Tortona e dal direttore della Caritas Diocesana, un progetto che prima di trovare piena realizzazione in via Lomellina ha dovuto superare diversi ostacoli e riformulazioni di budget.

Da anni, infatti, l’ufficio progetti della Caritas Diocesana lavora alla pianificazione di una serie di opere finalizzate a chiudere il cerchio attorno all’inclusione sociale vogherese iniziata concretamente nel 2011, con l’avvio della Casa della Carità ormai nota a tutti per l’ospitalità che offre a senza tetto, uomini soli e sfrattati, padri separati, piccoli nuclei famigliari, ex detenuti e persone fragili provenienti da percorsi di recupero dalle Comunità.

Da subito si è però sentita l’esigenza di attivare dei canali di aiuto e accoglienza anche per donne e bambini, target di estrema vulnerabilità e altrettanta complessità.

L’analisi di questo bisogno si è presto tradotta in azione anche con il supporto dei dati allarmanti forniti dalla Rete Antiviolenza della Provincia di Pavia, in particolare dall’associazione “C.H.I.A.R.A.” che da anni si impegna a Voghera contro la violenza sulle donne.

La crescita consistente delle violenze domestiche e delle richieste di aiuto da parte di mogli e madri schiacciate dalla paura e dal silenzio, l’aumento della tratta di ragazze nigeriane e lo sfruttamento della prostituzione, il consolidarsi della collaborazione tra Caritas, associazione “C.H.I.A.R.A.” e forze dell’ordine sono elementi che tutti insieme hanno concorso alla definizione di questo progetto di housing sociale.

La sede individuata inizialmente si trovava presso l’ex convento delle Suore Sacramentine di Voghera che però, per ragioni strutturali, non era adatto all’accoglienza di questo tipo di target per il quale sarebbe stata più opportuna una vera e propria casa e non uno spazio dispersivo, soprattutto in funzione della presenza di minori.

A quel punto, la Provvidenza ha fatto il resto… nel 2015 la Famiglia Ferrari di Voghera ha donato alla Cooperativa Agape, Ente Gestore dei Servizi Caritas, una magnifica villa liberty con l’augurio che potesse ospitare opere di carità.

È così che all’inizio del 2018 sono iniziati i lavori di ristrutturazione della villa, con l’ausilio di C.E.I., Caritas Italiana, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, diversi sacerdoti e diaconi diocesani.

L’area, censita già nella cartografia del Catasto Teresiano del 1723, e la successiva villa costruita all’inizio del ’900, pur essendo stata disabitata per molti anni, si è presentata in buono stato di conservazione, inoltre nel tempo la distribuzione interna degli spazi, così come i serramenti e i decori non sono stati rimaneggiati, pertanto l’intervento di ristrutturazione (attualmente in corso) ha operato sull’originaria costruzione, nel rispetto dei più squisiti criteri di conservazione architettonica ed estetica (pavimento in stile genovese, affreschi su muri e soffitti, scala interna in pietra).

I piccoli edifici adiacenti alla villa, invece, sono stati demoliti a seguito delle indagini statiche e geognostiche e al loro posto è stata montata una futuristica struttura portante in acciaio molto vantaggiosa in termini di isolamento termico, velocità di allestimento e caratteristiche antisismiche.

Gran parte dell’intervento di ristrutturazione si è quindi concentrato in modo consistente sull’adeguamento alle norme di sicurezza vigenti con la totale sostituzione degli impianti termico, elettrico, idraulico e la realizzazione dell’impianto fotovoltaico.

Dal punto di vista progettuale, come illustrato domenica dall’architetto Rosaria Verardi, che ha visto nascere il progetto, gli spazi saranno così organizzati: all’interno della villa originaria, al piano terra verranno allestiti 3 alloggi con bagno e cucina comuni; al primo piano, l’alloggio del custode, l’ufficio per gli operatori e un luogo di raccoglimento dedicato al ricordo della Famiglia Ferrari, infine al piano interrato, una lavanderia e un guardaroba.

Negli spazi di nuova costruzione adiacenti alla villa sono previsti 6 alloggi con cuoci vivande in camera, servizi in comune ogni 2 alloggi, uno spazio di socialità, una cucina comune e un refettorio circondato da vetrate, affacciato su un’ampia zona verde per la quale c’è già in progetto di ricavare un giardino con spazi di gioco per i bambini e un orto per la coltivazione di ortaggi, alberi da frutto ed erbe aromatiche la cui gestione sarà affidata alle ospiti della struttura.

Fiore all’occhiello del progetto l’attenzione all’ecosostenibilità e alla riduzione degli sprechi mediante la trivellazione di un pozzo e la realizzazione di un sistema di captazione delle acque piovane destinate all’irrigazione dell’area verde. L’avvio delle prime accoglienze, previsto per la metà del 2019, consentirà alla Caritas locale di lavorare non soltanto sul tema dell’accoglienza e dell’inclusione sociale, ma molto sull’Animazione della Comunità, uno degli aspetti pedagogici più importanti del mandato Caritas e che troppo spesso viene messo in ombra dalle azioni caritative maggiormente visibili (distribuzione pacco alimentare, abiti, mense, asili notturni).

La Comunità di Medassino che fino agli inizi del ’900 era un paese vero e proprio, sviluppatosi su via Lomellina (decumano dell’antica Iria), la direttrice che collegava Voghera a Casei Gerola, è oggi un quartiere periferico di Voghera, un quartiere complesso, con una forte densità di popolazione per la maggior parte afferente al ceto mediobasso, concentrata soprattutto attorno a via Sormani Gavina dove sorge uno degli agglomerati popolari più numerosi, connotato dal forte abbandono scolastico. Fatta eccezione per una zona residenziale adiacente alla Parrocchia, Medassino è un quartiere “scomodo” e per questo è ancora più significativa la presenza Caritas.

Animare la Comunità significa questo: portare luce, avviare attività, farsi portatori di valori come la solidarietà e l’accoglienza, generare altre piccole Comunità che facciano da cassa da risonanza per una cittadinanza “buona e responsabile”.

Queste e molte altre le parole di augurio pronunciate domenica dal Vescovo Mons. Vittorio Viola poco prima di benedire gli spazi della villa, ancora in evidente fase di ristrutturazione, ma all’interno dei quali viene già spontaneo immaginare le risate dei bambini che risuonano per le scale e le chiacchiere delle mamme raccolte in cucina.

Nessun taglio di nastri quindi, nessuna autocelebrazione, solo la condivisione di un momento significativo per la Comunità diocesana e, soprattutto “medassinese”, che proprio il 4 novembre celebrava la festa patronale di San Calocero alla presenza del parroco mons. Bruno Nobile (che la Caritas ringrazia per aver condiviso l’abbondante castagnata sotto una pioggia battente, in pieno clima autunnale) e poi, al di là di ogni parola e di ogni progetto, di fronte ad una platea variegata composta da amici, operatori, volontari, sacerdoti e autorità locali, l’annuncio della Parola di Dio tradotta in gesti di concreta generosità da parte di tutti coloro che hanno preso parte a questa importante avventura: la famiglia Ferrari, i finanziatori, i numerosi professionisti che stanno lavorando al progetto, le imprese che lo stanno realizzando con sconti significativi e gli enti con i quali si auspica una fattiva collaborazione, come il Comune di Voghera, l’Amministrazione Penitenziaria di Voghera, la Fondazione Cariplo e la Fondazione Adolescere.

Alessia Cacocciola

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