Sant’Ugo Canefri

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L’8 ottobre ricorre la memoria di S. Ugo Canefri. Di lui si conosce la data precisa della morte avvenuta in Genova l’8 ottobre 1233, ma non quella della nascita.

Probabilmente nacque nel 1148 a Gamondio, dalla famiglia alessandrina dei conti Canefri, signori di Gamondio (attuale Castellazzo Bormida), Fresonara e Borgo Rovereto. Alcuni storici, però, collocano la sua nascita in Alessandria nel 1168, anno di fondazione della città. La famiglia dei conti Canefri, infatti, intervenne alla fondazione di Alessandria. Dei primi anni della gioventù di S. Ugo si conosce poco, ma si può dedurre che ebbe una educazione di grande fede e rigore, morale e religioso. Papa Clemente III nel 1187 bandì la terza Crociata e sollecitò tutti i governanti cristiani a parteciparvi. Tra questi vi furono anche l’imperatore Federico Barbarossa con il figlio. Questa crociata condusse a una tregua di tre anni alla condizione che restasse in mano ai cristiani tutta la costa della Palestina da Giaffa a Tiro e con la facoltà ai Cavalieri di San Giovanni di poter rimanere nei loro ospedali per accogliervi i pellegrini.

Anche Alessandria fu invitata dai messi papali a favorire questa impresa e tra coloro che partirono vi era anche Sant’Ugo.

Egli aveva circa vent’anni e forse si imbarcò a Genova, con gli altri crociati alessandrini.

Essendo nobile di nascita entrò fra i Cavalieri di S. Giovanni, detti anche Giovanniti o Gerosolimitani, con riferimento a Gerusalemme, luogo di fondazione dell’Ordine. Nel 1530 l’Imperatore Carlo V cede all’Ordine l’isola di Malta, motivo per cui diventano Cavalieri di Malta. Il santo, reduce dalla Terza Crociata, fu destinato a Genova.

Nella Precettoria o Commenda di S. Giovanni di Prè e nell’annesso suo Spedale di Genova si rese ammirabile per eroismo di virtù e per i miracoli. Da alcune fonti storiche si apprende che il santo “era di corpo piccolo e magro; vestiva pelli, portava sopra le nude carni il cilicio, e dormiva sopra una tavola”.

A lui si attribuiscono diversi miracoli: aver cambiato l’acqua in vino; il salvataggio di un naufrago e quello di aver fatto scaturire una sorgente di acqua dalla rupe a monte della Commenda a Genova, che ora si chiama via S. Ugo.

Daniela Catalano

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