Il sindaco: «Il centro fieristico si apre all’emergenza»

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“Dolci Terre” può ospitare letti per i malati

NOVI LIGURE – Il sindaco, Gian Paolo Cabella, con l’intento di trovare in città una struttura che possa supportare l’attività dell’ospedale “San Giacomo” impegnato, a ritmi serrati, nella lotta per il contenimento della diffusione del Coronavirus, la scorsa settimana, venerdì 20 marzo, ha scritto una lettera all’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, al commissario straordinario per l’emergenza, Vincenzo Coccolo, al commissario straordinario ASL Alessandria Valter Galante e, per conoscenza, all’assessore regionale al Turismo, Vittoria Poggio, mettendo a disposizione il Centro fieristico “Dolci Terre” per assicurare nuovi posti letto. Cabella ha spiegato che avendo appreso dei gravi provvedimenti che sarebbero assunti dall’ospedale per ridurre in modo considerevole le normali attività delle unità operative non destinate all’emergenza dovuta al Coronavirus che impegna il personale sanitario in modo straordinario e per assicurare la disponibilità di nuovi spazi di ricovero ha deciso di scrivere per avanzare una proposta.

«Esiste in città – ha scritto – la struttura fieristica “Dolci Terre” che è coperta, ordinata, chiusa e dotata di ogni supporto, compresi impianto di riscaldamento funzionante e servizi igienici a norma.

Tale struttura, di circa 2000 mq. è di proprietà comunale e viene adibita solitamente a centro fieristico e sala spettacoli; un ampio parcheggio è disponibile a fronte della stessa e la localizzazione si trova ad una distanza inferiore al chilometro dall’attuale presidio ospedaliero e altrettanto dal casello auto- stradale».

L’amministrazione comunale la metterebbe volentieri a disposizione per ovviare al carico di emergenze gravante sul presidio ospedaliero.

La dotazione del materiale necessario sarebbe a carico degli enti a ciò preposti.

«Preoccupati per la sorte del nostro ospedale, – ha concluso Cabella – cerchiamo di renderci disponibili per ogni evenienza con ricerca di strutture alternative, anche perché non venga mai utilizzato un momento particolare di urgenza allo scopo di giungere, una volta cessato il pericolo, a conseguenti smembramenti o riduzioni di una struttura che ha sempre offerto il massimo della risposta sanitaria alla città e a tutto il circondario che gravita sulla città di Novi».

Michela Ferrando

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