Il quadro dell’Oratorio della Madonna della Neve di Montacuto sarà collocato nel Museo diocesano

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MONTACUTO – Grazie al contributo economico di due fondazioni bancarie – Cassa di Risparmio di Alessandria e Cassa di Risparmio di Torino – che negli ultimi anni hanno dimostrato di avere particolarmente a cuore la salvaguardia e il recupero delle opere d’arte locali, un altro pregevole dipinto di scuola genovese potrà essere esposto nelle sale del Museo diocesano di Tortona.

Il museo, che ha da poco festeggiato il suo quinto anniversario dall’apertura ed è ospitato nell’edificio dell’ex Seminario vescovile, raccoglie molte ope-re provenienti da alcuni oratori e piccole parrocchie della diocesi, come l’olio su tela raffigurante la “Madonna in trono con Bambino, san Bernardo e san Giovannino”, realizzato nel 1786 del grande pittore neoclassico Felice Giani proveniente dalla chiesa parrocchiale di Pallavicino ed esposto dal giorno della sua inaugurazione.

Il “nuovo” dipinto proviene dall’Oratorio Madonna della Neve nella frazione Poggio di Montacuto.

Il quadro, a olio su tela, rappresenta “La Madonna col Bambino, San Giuseppe e i Santi Martino e Bovo” ed è stato salvato dalla completa distruzione grazie a Marciano, un parrocchiano che si prende cura del piccolo Oratorio della frazione Poggio.

Dopo essere stato sottoposto a un attento restauro da parte del team del laboratorio Gabbantichità di Tortona tra l’inizio di dicembre del 2018 e i primi giorni del mese di ottobre 2019 (quasi un anno di lavoro), è ora pronto per risplendere nella sua nuova collocazione. La tela è anche oggetto di studio da parte di Giulia Marocchi (funzionario di zona per la Soprintendenza) e di Camillo Manzitti (storico dell’arte, specializzato nella pittura ligure) che hanno riscontrato chiari riferimenti al-la pittura di ambito “fiasellesco” ovvero del pittore Dome-

nico Fiasella (1589-1669), det-to “il Sarzana” dal nome del suo paese natale, un importante pittore genovese con una parte della sua formazione legata a Roma, dove ha avuto modo di conoscere e ammirare Orazio Gentileschi e i caravaggeschi in genere.

La parte di restauro del dipinto non coperta da finanziamento è stata offerta dal laboratorio “Gabbantichità” di Donatella Gabba, viste le condizioni molto precarie in cui versava la tela quando è stata presa in cura.

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